Chicago (Illinois, Usa), 11 set. (LaPresse/AP) – Prosegue la protesta degli insegnanti delle scuole pubbliche di Chicago, che ieri hanno incrociato le braccia per la prima volta in 25 anni nell’ambito di una disputa con il sindaco Rahm Emanuel sugli stipendi e sul nuovo sistema di valutazione del lavoro. Le due parti hanno tenuto ieri una nuova serie di negoziati, ma non sono riuscite a trovare un accordo.
Il presidente del sindacato che rappresenta gli insegnanti, Karen Lewis, ha riferito che le autorità scolastiche non hanno presentato nuove proposte per risolvere la crisi. Di conseguenza la proposta proseguirà per un secondo giorno consecutivo e i genitori di circa 350mila ragazzi dovranno trovare un modo per tenerli occupati. Oltre 26mila insegnanti avevano aderito al primo giorno dello sciopero. Le autorità hanno offerto un aumento del 16% nei prossimi quattro anni e le due parti si sono accordate per allungare l’orario di lavoro. Rimangono tuttavia divergenze per quanto riguarda le misure di sicurezza, la valutazione del lavoro e il diritto al reintegro per gli insegnanti licenziati.
Emanuel ha ammesso l’esistenza di un conflitto con il sindacato, ma ha fatto appello agli insegnanti affinché una soluzione venga trovata rapidamente. “Se avete un problema con me – ha affermato – non fatelo ricadere sui ragazzi”. Lo sciopero è subito diventato argomento di campagna elettorale. Mitt Romney ha accusato gli insegnanti di Chicago di aver voltato le spalle agli studenti e ha suggerito che il presidente Barack Obama si sia schierato con gli scioperanti nella sua città. Il portavoce di Obama ha smentito questa versione, affermando che il presidente non ha appoggiato nessuno, ma ha invitato entrambe le parti a risolvere il conflitto prima possibile. – Twitter @kozikkarolina
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