Madrid (Spagna), 3 set. (LaPresse/AP) – Un gruppo di 160 migranti ha cercato di entrare a Melilla, l’enclave spagnola situata sulla costa orientale del Marocco, e dieci persone sono riuscite a raggiungere il territorio della Spagna. Ieri le forze di sicurezza hanno fermato un altro gruppo di persone che aveva cercato di scavalcare la recinzione tra Melilla e il Marocco, mentre circa 70 immigrati hanno raggiunto a nuoto la disabitata isola spagnola di Isla de Tierra.
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo, ha parlato con l’omologo marocchino, Saadeddine El Othmani, per trovare una soluzione e bloccare l’arrivo di migranti. “Dobbiamo evitare un effetto richiamo – ha dichiarato il ministro iberico – che potrebbe attirare nelle nostre isole altri immigrati. Soltanto l’immigrazione regolare e legale può permettere alle persone di integrarsi in un nuovo Paese con dignità”.
Garcia-Margallo ha spiegato che gli immigrati che hanno raggiunto Isla de Tierra non hanno con sé documenti d’identità e quindi per il momento non è stato possibile stabilire da dove provengano e rimpatriarli. Di conseguenza sono rimasti sull’isola rocciosa e per il momento i soldati spagnoli stanno fornendo loro lo stretto indispensabile per la sopravvivenza, finché le autorità di Madrid non decideranno come procedere nel loro caso. Secondo Garcia-Margallo, gli ultimi incidenti a Melilla e Isla de Tierra sono il frutto di “sforzi coordinati di gruppi organizzati di trafficanti di persone”. “Non è la prima volta che l’Europa deve affrontare questo tipo di situazione”, ha sottolineato il ministro spagnolo, ricordando le esperienze dell’Italia durante la rivoluzione in Libia.
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