Dalton (Georgia, Usa), 1 set. (LaPresse/AP) – Una crisi mai conosciuta prima. È quella che sta attraversando Dalton, la città della Georgia nota come Capitale mondiale del tappeto. Secondo le cifre fornite dall’Agenzia di statistiche sul lavoro degli Usa, tra giugno 2011 e giugno 2012, la città di 100mila abitanti ha perso ben 4.600 posti di lavoro. Si tratta della maggiore perdita pro capite registrata lo scorso anno in tutti gli Stati Uniti. Fino a poco tempo fa, le fabbriche dentro e nei pressi di Dalton producevano tre quarti delle pavimentazioni della nazione. Ma poi la crisi scatenata dalla bolla immobiliare ha lasciato la città in ginocchio. Migliaia di persone hanno iniziato a perdere l’impiego e il tasso di disoccupazione è schizzato dal 4,7% nel 2007 al 12,7% del 2009.
La crisi che ha colpito l’industria del tappeto è ricaduta, ovviamente, su tutto l’indotto. Dei 4.600 posti di lavoro persi lo scorso anno, solo 400 appartenevano al settore manifatturiero. Gli altri si sono persi nelle costruzioni, nel settore alberghiero e in altri settori privati. Elaine Bell, residente di lunga data nella città della Georgia, è tra coloro che nel 2009 hanno perso il lavoro in un’azienda di tappeti. Racconta di essere disposta ad accettare qualsiasi impiego, ma finora non ha ottenuto risposte. “Esco ogni giorno alle 8 del mattino ma – spiega – sento dire sempre la stessa frase: non assumiamo”.
Negli Stati Uniti, l’ultima grande recessione è stata profonda e il recupero debole, se paragonata ad altre crisi. Per Dalton, dove l’economia si basava quasi solo su un singolo settore, la situazione è stata se possibile ancora più drammatica. “Per uscire da questa crisi – spiega Rajeev Dhawan, del centro di previsioni economiche della Georgia State University – c’è bisogno di un marchio assolutamente nuovo che riesca ad assorbire tutti i disoccupati”.
Nella città per anni la spina dorsale è stata rappresentata da tre grandi produttori di tappeti, proprio come per Detroit lo sono le industrie automobilistiche: Gm, Ford e Chrysler. Ma ancora più che a Detroit, nella città della Georgia, i problemi alla grande industria sono ricaduti sulle altre imprese. La moquette, commenta il vicepresidente esecutivo della Rosedale Transport Inc., Nathan Wooten, una volta era “il pane e il burro” per le compagnie di trasporti. Ma la situazione è cambiata da quando l’industria è andata in crisi. Ora l’azienda ha tagliato il trasporto di tappeti del 15% e spera di ridurre ulteriormente la sua dipendenza dal settore.
Tuttavia, i funzionari della città sostengono che i numeri della disoccupazione non raccontino l’intera storia, e sono convinti che se l’economia dello Stato e dell’intera nazione miglioreranno, allora anche Dalton ce la farà. “Tutto qui è pronto per una rapida ripresa, se il nostro governo statale e quello federale presenteranno un piano che abbia un senso per l’economia”, commenta il sindaco David Pennington. Le tasse sulle vendite della città, spiega il primo cittadino, sono le più basse dello Stato e il tesoro ha i bilanci in pareggio.
Dalton, sostiene Pennington, potrebbe puntare ora su nuovi settori, che si stanno radicando in città di recente, come le produzioni di fibra di vetro e di piastrelle in vinile, oppure le aziende chimiche. Ma per continuare a crescere, continua il sindaco, i residenti hanno bisogno della giusta educazione al lavoro e di un addestramento. “Sempre più lavori – aggiunge Pennington – si basano sull’alta tecnologia e la nostra forza lavoro in Georgia per ora non è preparata”.
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