Parigi (Francia), 17 mag. (LaPresse/AP) – Si è tenuto oggi a Parigi il primo consiglio dei ministri del nuovo governo francese. La prima misura approvata, sostanziale quanto simbolica, è stata il taglio degli stipendi dei ministri che diminuiranno del 30%, ossia da 14.200 a 9.940 euro. Una misura di rigore che riguarderà presto anche il presidente François Hollande e il primo ministro Jean-Marc Ayrault. Il taglio dei loro compensi, spiega la portavoce dell’esecutivo Najat Vallaud-Belkacem, ancora non è stato confermato da una legge formale, ma quando questa sarà approvata, anche il presidente guadagnerà al mese il 30% in meno rispetto a Nicolas Sarkozy, ossia 14.910 euro lordi, e non più 21.300.

Oltre al taglio dei compensi, i ministri hanno firmato una carta etica di intenti, volta a ridurre le spese delle attività di governo. Secondo il documento, i ministri promettono tra le altre cose di utilizzare il treno invece dell’aereo per viaggi di medio raggio, evitare ogni tipo di conflitto di interessi ed essere trasparenti sulle azioni del governo.

La metà dei 34 membri del nuovo governo francese è composta da donne. Dell’esecutivo fanno parte esponenti del Partito socialista di grande esperienza, ma anche nuovi volti. Uno di questi, Fleur Pellerin, ministro delle Piccole e medie imprese e dell’innovazione, ha ammesso che l’incontro di oggi è stato un po’ “intimidatorio” per i nuovi arrivati. Il ministro delle Finanze Pierre Moscovici, dopo l’insediamento, ha posto l’accento sugli impegni europei. Il trattato sulla disciplina di bilancio, ha detto, “non sarà ratificato così com’è. Deve essere completato con un emendamento sulla crescita. Un Paese indebitato è un Paese che cresce più povero. Ma la responsabilità e la crescita non si escludono a vicenda”.

Proseguono intanto concitate le attività del nuovo capo dell’Eliseo. Hollande nel pomeriggio ha partecipato a una conference call con il cancelliere Angela Merkel, il primo ministro italiano Mario Monti, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il primo ministro britannico David Cameron. Quindi è partito alla volta di Washington, per incontrare il presidente Barack Obama e quindi partecipare negli Usa al summit del G8, che si apre domani a Camp David, e a quello della Nato, che si terrà subito dopo a Chicago.

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