Beirut (Libano), 3 mag. (LaPresse/AP) – Le forze di sicurezza fedeli al presidente siriano Bashar Assad hanno preso d’assalto i dormitori dell’università di Aleppo, uccidendo almeno quattro studenti. Le operazioni sono arrivate dopo le proteste antigovernative nell’università, a cui hanno partecipato nella tarda serata di ieri circa 1.500 persone. Lo riferiscono gruppi di opposizione e attivisti, tra cui lo studente Thaer al-Ahmed, presente sul luogo al momento dell’attacco. Il giovane racconta che soldati e uomini armati filogovernativi hanno usato proiettili veri e gas lacrimogeni per disperdere gli studenti dell’università di Aleppo, dopo essere entrati nei dormitori ieri sera.

STUDENTI NEL PANICO DURANTE L’ATTACCO. Raid e sparatorie sono andati avanti fino alle prime ore del mattino. L’attivista al-Ahmed spiega che durante l’assalto la situazione è velocemente precipitata nel panico. “Alcuni studenti sono fuggiti nelle loro stanze per nascondersi, ma i soldati li hanno seguiti, picchiati e arrestati”, ha riferito. Decine di giovani sono rimasti feriti, di cui alcuni in modo grave. Al-Thaer rende noto che campus e dormitori dell’università di Aleppo sono stati presi d’assalto già in passato dalle truppe del regime, ma l’operazione di questa mattina è stata in assoluto la più violenta.

IL BILANCIO DEL RAID. Diversi i bilanci di morti e arrestati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani e dai Comitati di coordinamento locali, gruppo che aiuta a monitorare e organizzare le proteste antigovernative in Siria. Secondo il primo ci sarebbero quattro morti e oltre 50 universitari arrestati. Per il secondo gruppo, invece, i morti sarebbero cinque e gli studenti arrestati circa 200. “Le forze del regime – hanno spiegato i Comitati – hanno ordinato con megafoni l’evacuazione dei dormitori, poi hanno iniziato ad arrestare gli studenti”.

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