Beirut (Libano), 3 feb. (LaPresse/AP) – “I bambini non sono stati risparmiati dall’orrore della repressione in Siria. Le forze di sicurezza li hanno uccisi, arrestati e torturati nelle loro case, nelle scuole o per strada. In molti casi hanno colpito i minori proprio come hanno fatto con gli adulti”. Lo ha detto Lois Whitman, direttore di Human Rights Watch per i diritti dei bambini. Il gruppo ha diffuso oggi un rapporto in cui sostiene di avere le prove su almeno 12 casi di detenzioni di bambini, sottoposti a condizioni “disumane”, torture e uccisioni. Nel documento si cita il caso di un ragazzino di 16 anni della città di Tal Kalakh, al confine con il Libano, detenuto per otto mesi, durante i quali è stato trasferito in sette diverse prigioni, tra cui anche quella di Homs. Il giovane, chiamato Alaa, racconta che le forze di sicurezza gli hanno chiesto a quante proteste avesse preso parte, e in seguito “mi hanno portato in un’altra cella, dove mi hanno ammanettato la mano sinistra al tetto. Mi hanno lasciato appeso lì per circa sette ore. C’era un centimetro e mezzo o due tra me e il pavimento e quindi sono stato costretto a stare in punta di piedi”.

In un altro caso a cui fa riferimento il rapporto di Hrw, i genitori di un ragazzino di 13 anni della città costiera di Latakia hanno riferito che le forze fedeli al presidente Bashar Assad hanno arrestato il figlio a dicembre, tenendolo in carcere per nove giorni. Il giovane è stato bruciato con sigarette su collo e mani e poi gli è stata buttata acqua bollente su tutto il corpo. Il ragazzo era stato accusato di aver bruciato fotografie di Assad, di aver vandalizzato automobili delle forze di sicurezza e di aver incitato altri bambini e ragazzi a manifestare contro il regime. Un ex detenuto adulto ha poi riferito a Hrw di aver assistito a stupri ai danni di bambini mentre questi erano in prigione.

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