Beirut (Libano), 3 dic. (LaPresse/AP) – Venticinque persone hanno perso la vita oggi in Siria negli scontri tra esercito e soldati disertori e nei raid militari condotti dalle truppe di Damasco tra Homs, Daraa e Idlib. Lo rendono noto gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Quindici persone hanno perso la vita negli scontri scoppiati all’alba a Idlib, nel nordovest del Paese. Tra le vittime ci sono sette tra soldati e poliziotti, cinque militari antigovernativi e tre civili. In seguito ai raid dell’esercito, invece, un civile è stato ucciso nella provincia meridionale di Daraa, sei hanno perso la vita nella regione centrale di Homs e tre nell’area attorno a Idlib.

Le tensioni sono però alte anche al confine con Libano dove, nella città Talkalakh, le truppe di Damasco hanno arrestato almeno 27 persone e dato fuoco alle case di nove attivisti in fuga. Ieri almeno due civili libanesi erano stati feriti dagli spari al confine. Alcuni testimoni hanno riferito di esplosioni proseguite a lungo dal villaggio. L’agenzia di stampa statale Sana ha confermato gli arresti, definendo le persone detenute come “terroristi” coinvolti nel traffico di armi e droga, e nell’infiltrazione di combattenti dal Libano.

Intanto, i ministri degli Esteri della Lega araba si sono incontrati a Doha, in Qatar, per decidere sull’attuazione delle sanzioni contro la Siria, tra cui il divieto di viaggio nei confronti di 19 ufficiali siriani. Molte delle sanzioni annunciate domenica dalla Lega sono entrate in vigore subito, tra cui il blocco della cooperazione economica con la banca centrale di Damasco e l’interruzione dei finanziamenti dei progetti nel Paese. I ministri hanno stabilito il blocco dei voli commerciali tra Siria e gli altri Paesi arabi dal 15 dicembre, formalizzato una lista di ministri e alti funzionari delle forze di sicurezza cui saranno vietati i viaggi internazionali, ma anche l’escusione di alcuni beni dall’embargo commerciale, per evitare di danneggiare i civili.

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