Lima (Perù), 25 nov. (LaPresse/AP) – Almeno 10mila persone hanno manifestato nel nord del Perù contro il progetto di una miniera d’oro a cielo aperto che dovrebbe essere costruita nella regione di Cajamarca e che secondo i residenti danneggerebbe le loro forniture d’acqua. I manifestanti sono entrati sul terreno dove dovrebbe sorgere la miniera e hanno anche lanciato sassi contro un magazzino in cui vengono conservati i tubi in pvc. I gestori dell’impianto hanno fatto sapere che la struttura è stata data alle fiamme e hanno accusato la polizia e il presidente della regione, Gregorio Santos, di aver lasciato passare i dimostranti.
Il costo previsto per la realizzazione del cosiddetto progetto Conga è di circa 4,8 miliardi di dollari e la miniera dovrebbe iniziare le estrazioni di oro e rame nel 2015, sfruttando un’estensione di 2mila ettari. La quota di maggioranza della proprietà della miniera appartiene alla società statunitense Newmont Mining Corp. Il governo del presidente peruviano Ollanta Humala, eletto quattro mesi fa, appoggia il progetto e per questo i manifestanti lo accusano di aver svenduto il Paese. Conga è un’estensione della miniera d’oro di Yanacocha, la più grande dell’America Latina, che ha iniziato a funzionare nel 1993 e che è al centro di scontri da anni proprio per via del suo impatto ambientale.
Il piano di impatto della nuova miniera sull’ambiente è stato approvato l’anno scorso, ma i manifestanti sostengono che il provvedimento non sia attendibile visto che responsabile della gestione non è il ministero dell’Ambiente, ma quello delle Miniere, che ha quindi più interessi economici e propende maggiormente per l’industria. Il Perù è il secondo produttore al mondo di rame e il sesto di oro. Le estrazioni sono il motore della sua economia visto che da questa attività deriva il 61% delle esportazioni.
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