Abidjan (Costa d’Avorio), 16 ott. (LaPresse/AP) – La Corte penale internazionale indagherà su un gruppo di persone, compreso fra tre e sei, in relazione alle violenze postelettorali scoppiate in Costa d’Avorio dopo il voto di novembre dell’anno scorso. È quanto ha annunciato oggi il procuratore della Cpi, Luis Moreno-Ocampo, in vista nel Paese africano, spiegando che la Corte si concentrerà soltanto sui casi “più notevoli e sui sospettati più responsabili”, mentre gli altri saranno riferiti ai tribunali nazionali. Non è ancora stato deciso, ha spiegato Moreno-Ocampo, su chi indagherà la Cpi. Durante le indagini il tribunale potrebbe esaminare anche reati commessi in passato, dal 2002 in poi.
All’inizio del mese la Cpi aveva autorizzato un’indagine sulle violenze in cui sono morte migliaia di persone. Gli scontri sono iniziati dopo che l’ex presidente Laurent Gbagbo si è rifiutato di cedere il potere ad Alassane Ouattara, vincitore legittimo delle elezioni presidenziali. È stato proprio il nuovo presidente della Costa d’Avorio a chiedere alla Corte di indagare sui crimini commessi da entrambe le parti del conflitto.
Durante la visita Moreno-Ocampo ha incontrato il presidente Ouattara, il primo ministro Guillaume Soro, le vittime delle violenze, membri dell’opposizione e il presidente della nuova commissione di riconciliazione. La commissione, ha detto il procuratore, può aiutare le vittime immediatamente, diversamente dalla Corte. “Chi ha subito violenze o perso la casa ha bisogno di aiuto subito e non deve aspettare la decisione del giudice”, ha detto. Moreno-Ocampo non ha incontrato Gbagbo, ma ha specificato che la Corte probabilmente chiederà di interrogarlo tramite i suoi avvocati.
Intanto le autorità del Paese africano hanno arrestato Anselme Seka Yapo, comandante militare latitante accusato di aver commesso gravi reati mentre lavorava come consigliere di Simone Gbagbo, la moglie dell’ex presidente. Lo ha fatto sapere la portavoce dell’ufficio del procuratore ivoriano, Habiba Coulibaly, precisando che Yapo è stato fermato ieri. Nel 2005 le Nazioni unite accusarono l’ex first lady di aver comandato squadroni della morte che uccidevano membri dell’opposizione.
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