Washington (Usa), 18 ago. (LaPresse) – “Per il bene del popolo siriano è giunto il momento che il presidente Assad si faccia da parte”. E’ quanto scrive il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel documento con il quale gli Usa chiedono per la prima volta esplicitamente al presidente siriano Bashar Assad di lasciare il potere. Il futuro della Siria deve essere determinato dal suo popolo, ma il presidente Bashar Assad non glielo permette”, continua Obama. “I suoi inviti a dialogo e riforme – dice ancora – sono rimasti vuoti mentre lui continua a imprigionare, torturare e massacrare la sua stessa gente”.

Obama ha quindi autorizzato nuove sanzioni per soffocare le entrate del Paese, soprattutto provenienti dalle esportazioni di petrolio e gas. In chiusura del documento si legge che l’autorità permette al dipartimento del Tesoro di congelare gli asset delle compagnie petrolifere statali che operano negli Stati Uniti e vietare agli americani di fare affari con loro. L’ordine vieta inoltre da subito l’importazione negli Stati Uniti di petrolio o prodotti petroliferi siriani. La Siria non è un grande esportatore di greggio negli Usa, ma se anche gli altri Stati europei si unissero a Washington, il provvedimento potrebbe influenzare significativamente una delle principali fonti di entrata del regime. Secondo la US Energy Information Agency, la Siria esporta principalmente verso Germania, Italia e Francia.

Il presidente ha poi appunto imposto alla Siria il divieto al sistema finanziario statunitense, congelando gli asset del governo sotto giurisdizione locale. Nessun cittadino americano potrà impegnarsi in operazioni con il regime, investire nel Paese o esportare servizi in Siria. Il dipartimento del Tesoro potrebbe imporre sanzioni anche contro le singole persone che appoggiano il governo di Assad. Washington aveva già colpito imprese e oltre 30 uomini del regime di Damasco, compreso Assad stesso. Ha invitato ora altri Paesi ad adottare simili misure.

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