Beirut (Libano), 16 ago. (LaPresse/AP) – Le unità dell’esercito siriano si stanno ritirando da Deir el-Zour dopo aver ripulito la città da “bande armate di terroristi”, in un’operazione durata diversi giorni. È quanto riferisce l’agenzia di Stato Sana. I giornalisti siriani condotti in città con un tour organizzato dal governo hanno visto veicoli militari e blindati lasciare il centro. Lo scorso mercoledì le truppe di Damasco avevano preso il controllo di un punto strategico della città dopo averla bombardata e aver portato a termine diversi arresti.

Le truppe di Damasco continuano a essere impegnate a Homs e Latakia. Qui i quartieri più presi di mira sono stati al-Ramel, al-Shaab e Ein Tamra. “Stanno arrestando persone di continuo, hanno preso gran parte dei miei amici”, spiega un residente fuggito in un’area più sicura ieri. L’uomo racconta che molte persone scappate da al-Ramel sono state poi arrestate a Ein Tamra in un secondo momento. “Nessuno è al sicuro”, ha aggiunto.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani le persone morte ieri in tutto il Paese sono 17, sei delle quali a Latakia. Secondo quanto riportano i Comitati di coordinamento locale, una donna palestinese di 22 anni, madre di due figli, è morta oggi. Gli altri decessi si sono registrati a Homs e Houla, nel centro del Paese, dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti. Secondo l’Osservatorio, un uomo ferito in una sparatoria a Deir el-Zour è invece morto oggi per le ferite.

Intanto Human Rights Watch chiede all’Unione europea di congelare i beni della compagnia nazionale di gas e petrolio e della Banca centrale della Siria “fino a che il governo di Damasco non avrà messo fine agli abusi di diritti umani sui suoi cittadini”. “Le autorità siriane – commenta Lotte Leicht, direttore europeo dell’organizzazione – sta ancora uccidendo il suo stesso popolo nonostante i molteplici sforzi di altri Paesi, tra cui ex alleati, di farle smettere. È tempo di mostrare al governo che gli europei non aiuteranno a finanziare la sua repressione”. Oggi Navi Pillay, Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha fatto sapere che giovedì aggiornerà il Consiglio di sicurezza per l’Onu sulla situazione dei diritti umani nel Paese.

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