Il Cairo (Egitto), 01 ago. (LaPresse/AP) – Inizia oggi, lunedì primo agosto, il Ramadan e con tutta probabilità nei Paesi arabi sarà accompagnato da scontri e rivolte. Le opposizioni ai governi e pro-democrazia non hanno accennato a voler diminuire la forza delle proteste contro i regimi e questi ultimi non mostrano volontà di cedere sulla loro repressione. In Libia i ribelli si stanno dividendo internamente, facendo traballare le speranze di abbattere il regime del colonnello Muammar Gheddafi, mentre continuano le operazioni Nato nel Paese. In Siria, proprio oggi c’è stata una drammatica escalation della violenza, con attacchi alla popolazione che hanno portato alla morte di oltre 70 persone secondo il dato confermato, almeno 140 secondo le stime. E qui le violenze, secondo le previsioni, si intesificheranno ulteriormente nonostante le condanne e l’allarme internazionale. Anche in Egitto la situazione è tesa, con piazza Tahrir nuovamente invasa dalle tende dei dimostranti, impazienti e scontenti per la lentezza del cambiamento. Ma in Egitto non si è interrotta neanche la tradizione di dare nuovi nomi durante il mese santo dell’Islam: è toccato a un frutto, poco amato e molto economico, chiamato sarcasticamente Hosni Mubarak.

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