Orlando (Florida), 6 lug. (LaPresse/AP) – “Non colpevole” di aver ucciso la figlia di due anni. E poi di nuovo: “Non colpevole. Non colpevole”. La giuria di Orlando assolve Casey Anthony, madre 25enne accusata di aver ucciso la figlia di due anni. Gli occhi della Anthony si sono riempiti di lacrime, ha sorriso e abbracciato forte gli avvocati. Fuori dal palazzo di giustizia intanto le circa 500 persone arrivate per seguire da vicino l’esito di una storia che ha fatto tanto clamore in America gridavano “Giustizia per Caylee!”, “Assassina di bambini”.
Anthony invece è stata assolta martedì dalle accuse di omicidio e abuso su minore, per cui sarebbe scattata la pena di morte. Le condanne ricevute per quattro reati, tra cui aver mentito agli investigatori che stavano provando a ritrovare la bambina scomparsa nel giugno 2008, potranno costarle una detenzione massima di quattro anni; ma tre li ha già scontati in attesa del verdetto, poi c’è il condono e con tutta probabilità Casey sarà libera già domani, dopo la lettura della pena. Secondo i procuratori avrebbe soffocato la bambina con del nastro adesivo per essere libera di andare in discoteca e divertirsi col fidanzato. La difesa ha sostenuto invece che Caylee sia annegata accidentalmente nella piscina di famiglia e Anthony, presa dal panico, ne abbia nascosto la morte a causa del trauma subito da bambina, quando il padre abusò di lei sessualmente. La madre ha denunciato la scomparsa della figlia soltanto un mese dopo e ne sono serviti sei, di mesi, per ritrovare il corpo in un bosco vicino alla casa dei nonni, ormai decomposto. Il medico legale non è stato in grado di ricostruire le circostanze della morte, le prove non sono state sufficienti e Casey è stata assolta.
Il processo davanti alla giuria della Florida è durato un mese e mezzo, periodo che i giurati hanno trascorso isolati per non essere influenzati da tv e giornali, ascoltando testimoni per oltre 33 giorni e analizzando 400 elementi di prova. “Beh, spero che questa sia una lezione per quanti di voi abbiano partecipato allo spettacolo mediatico offerto sui media per tre anni, fatto di preconcetti, pregiudizi e incompetenti test che dicevano cosa sarebbe o non sarebbe avvenuto”, ha commentato dopo la sentenza il legale della Anthony, Cheney Mason. Un “omicidio compiuto dai media”, avevano ripetutamente accusato i legali, tanto il clamore e la copertura delle emittenti nazionali, come non si vedeva dai tempi del processo alla stella del football O.J. Simpson per omicidio di moglie e amico nel ’95. Dopo il verdetto, il team di difesa ha festeggiato in un un ristorante di fronte al palazzo di giustizia, con Mason che non ha esitato a mostrare il dito medio alla folla.
Nelle argomentazioni conclusive il procuratore Linda Drane Burdick aveva consegnato alla giuria due immagini: in una si vede la donna sorridente a una festa in discoteca dopo pochi giorni dalla morte di Caylee; nell’altra il suo tatuaggio, fatto un giorno prima della notifica della scomparsa della bimba. “Bella vita”, si legge in italiano. “Alla fine di questo caso – aveva chiesto il procuratore – tutto ciò che dovete chiedervi è: la vita di chi era migliore senza Caylee?”.
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