Berlino (Germania), 3 lug. (LaPresse/AP) – Tutte le nazioni devono impegnarsi in obiettivi vincolanti e verificabili per ridurre le rispettive emissioni di anidride carbonica e raggiungere un nuovo accordo internazionale sul clima, dopo la scadenza del protocollo di Kyoto il prossimo anno. È il messaggio del cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha parlato oggi al summit sul clima in corso a Berlino.
“Abbiamo bisogno di misure concrete in tutti i Paesi”, ha detto la Merkel ai ministri dell’Ambiente e ai negoziatori arrivati da 35 Paesi per partecipare a un meeting informale in vista della conferenza internazionale sul clima che si terrà a novembre a Durban, in Sudafrica. Germania e Unione europea, ha continuato, stanno spingendo per concordare “un trattato unico e giuridicamente vincolante” in sostituzione del protocollo di Kyoto, con le nazioni industrializzate che prenderanno l’iniziativa e le economie emergenti che contribuiranno a ridurre le emissioni di gas serra. “Kyoto scadrà. Ecco perché dobbiamo mettere in chiaro quale sarà la strada da seguire”, ha spiegato. E nonostante sia improbabile che alla conferenza di Durban si arrivi a un accordo finale, per la cancelliera importanti passi in questa direzione devono comunque essere raggiunti.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni non solo devono essere vincolanti, ha chiarito, ma anche verificabili: “E’ un problema di trasparenza … è necessario che qualcuno possa esaminare se ci si attiene agli impegni”. L’eventuale istituzione di un organismo o le modalità per controllare i progressi dovranno essere concordate a Durban. “Abbiamo un compito gigantesco”, ha ammesso riferendosi alla resistenza di alcuni Paesi; l’adozione di misure per combattere il cambiamento climatico richiede sforzi e costi, ma “non agire sarebbe ancora più costoso. Questa è una sfida per l’umanità nel suo insieme”.
Il raggiungimento dell’obiettivo precedentemente concordato di evitare che la temperatura complessiva del pianeta salga più di due gradi Celsius, ha continuato la Merkel, significa ridurre a due tonnellate pro-capite le emissioni, mentre gli Stati Uniti sono stabili a 20, la Germania a 10 e la Cina a 4. “Le economie emergenti devono condividere parte dell’onere perché le nazioni industrializzate da sole non possono raggiungere l’obiettivo”. In quest’ottica, la cancelliera ha rivelato di aver avuto colloqui “molto dettagliati” sui cambiamenti climatici con il primo ministro cinese Wen Jiabao durante la sua visita in Germania a inizio settimana, sottolineando che la questione è “di fondamentale importanza anche per la Cina”.
In uno dei più ambiziosi obiettivi climatici a livello mondiale, la Germania si è impegnata a ridurre le proprie emissioni del 40% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990.
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