L'Odg è intervenuto: "Esigiamo rispetto". Ieri un altro episodio, con Donzelli che ha dato del "pezzo di m..." a un giornalista del Fatto
Un video andato in onda ieri sera a DiMartedì mostra da un’altra prospettiva l’intervista della giornalista Lavinia Orefici di Quarta Repubblica all’ex premier Romano Prodi sul Manifesto di Ventotene: nelle immagini si vede chiaramente Prodi tirare i capelli alla giornalista, stizzito per la sua domanda. Prodi aveva smentito di averlo fatto, poiché nel video inizialmente circolato la sua mano era fuori dall’inquadratura, e nonostante le dichiarazioni della giornalista aveva detto di averle “solo toccato la spalla”. Le immagini, però, non lasciano dubbi.
L’Ordine dei giornalisti: “Basta, esigiamo rispetto”
“I giornalisti esigono rispetto, è il momento di mettere fine una volta per tutte a comportamenti inaccettabili. Non si possono tirare i capelli ad una cronista. Non si possono lanciare insulti volgari e triviali o chiedere l’allontanamento di un giornalista. Quelli recenti di Prodi e Donzelli non sono episodi isolati, ma il frutto di una tendenza a considerare i giornalisti come nemici e a non rispettare dignità e professione. Il nostro compito è quello di garantire innanzitutto il diritto dei cittadini ad essere informati. La simpatia è un requisito che si richiede ad altri mestieri”. Così il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli su episodi Prodi e Donzelli.
Il caso Donzelli contro Giacomo Salvini
Ieri infatti si è verificato un altro episodio spiacevole tra la politica e il giornalismo: Donzelli è stato registrato mentre diceva “se c’è quel pezzo di m… non parlo”, riferendosi al collega giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini.
Prodi: “Niente da chiarire, si scambia affetto con aggressione”
“Non c’è proprio niente da chiarire. Voi sapete benissimo il rapporto che ho con i giornalisti, poi che se si vuole creare l’incidente nei confronti di un vecchio professore lo si faccia pure e io gioisco”. Lo dice l’ex presidente della Commissione ed ex premier Romano Prodi, intercettato dai cronisti al Parlamento europeo a Bruxelles, in merito a quanto successo durante la manifestazione ‘Libri come 2025 – Festa del libro e della lettura’ a Roma, con l’inviata di Quarta Repubblica Lavinia Orefici “Il tempo chiarisce tante cose…Si scambia l’affetto con l’aggressione“, aggiunge.
“Ritengo sia arrivato il momento di chiarire alcune cose rispetto a quanto accaduto sabato, 22 marzo, a margine della presentazione del mio ultimo libro. Il gesto che ho compiuto appartiene ad una mia gestualità familiare. Mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quasi meccanicamente quel gesto in un ambito diverso. Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio. Ma è evidente dalle immagini e dall’audio che non ho mai inteso aggredire, né tanto meno intimidire la giornalista“. Così in una nota l’ex premier Romano Prodi. “Questa vicenda mi offre l’occasione per una riflessione che forse è utile. Penso sia un diritto di ciascuno, non importa affatto quale ruolo abbia ricoperto nella vita, rivendicare la propria storia e la propria onorabilità e non accettare, come un destino inevitabile, la strumentalizzazione e persino la derisione dilaganti, anche grazie alla potenza della Rete. Come se un’intera vita non contasse, come se il futuro non esistesse“, conclude.
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