Ecco l'elenco dei tanti scrittori e delle case editrici che hanno rinunciato alla loro presenza
Continuano i forfait a Più Libri Più Liberi, la kermesse letteraria di Roma prevista per il weekend tra il 4 e l’8 dicembre, guidata da Chiara Valerio. Tanti gli scrittori e i personaggi noti che stanno rinunciando agli incontri o ai firmacopie dopo l’affaire Caffo, cioè l’invito al filosofo Leonardo Caffo per presentare il suo libro sull’anarchia alla fiera. Caffo è indagato per maltrattamenti nei confronti della ex a Milano, per i quali rischia 4 anni di carcere, e la sentenza è prevista il 10 dicembre.
Poiché la fiera è dedicata a Giulia Cecchettin, la polemica è stata immediata: Caffo ha ritirato la sua partecipazione ma Chiara Valerio ha difeso la sua presenza (“è innocente” fino alla fine del processo, “ha diritto” di parlare), salvo poi scusarsi. Il forfait più chiacchierato è stato quello di Zerocalcare, che ha parlato diversi giorni dopo le polemiche, dichiarando che lui e la Bao Publishing non saranno presenti a nessun incontro (ma resteranno lo stand e i firmacopie). Nello specifico Zerocalcare aveva in programma un incontro proprio con Chiara Valerio.
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Tra gli altri, in questi giorni si sono ritirate anche altre case editrici: Blackie Edizioni, Capovolte, Gigaciao (casa editrice fondata tra gli altri dal fumettista Sio). Alcune di queste hanno anche scelto di compiere gesti simbolici: Gigaciao (che pubblica tra gli altri la serie di ‘A panda piace’) ha annunciato che donerà 5mila euro a Lucha y Siesta, spazio transfemminista romano che si occupa di violenza di genere.
Anche Fumettibrutti ha deciso di non partecipare, postando sui social un messaggio molto duro: “Tanti anni fa nella città in cui vivo sono stata st****a”, “Questa storia ha bruciato dentro di me per anni fino a quando non ho scoperto la frase ‘sorella io ti credo’ – scrive – Negli ultimi giorni ho sentito troppe parole che mi hanno messa a disagio come transfemminista e sopravvissuta”. Aggiungendo: “Il discorso sulla violenza di genere non è e non può essere un argomento di dibattito, ma una presa di posizione forte e chiara contro una società che la alimenta e ci uc***e”.
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