Tensioni a Genova nel quinto giorno di sciopero degli operai dell’Ex Ilva, che da lunedì incrociano le braccia per chiedere garanzie sul futuro della produttività e dell’occupazione sotto la Lanterna. Rocco Palombella, Segretario generale della Uilm, denuncia che alcuni dirigenti del sindacato sarebbero stati aggrediti con calci e pugni da esponenti della Fiom. “Nostri dirigenti sindacali aggrediti, con calci e pugni, questa mattina a Genova da un gruppo numeroso di esponenti della Fiom, poco prima che potessero prendere parte a una diretta televisiva che doveva andare in onda su Rai 3″, ha detto Palombella. “Condanniamo con forza e senza fraintendimenti queste azioni che si possono definire solo in un modo: sono atti terroristici che nulla hanno a che vedere con le azioni che un sindacato che difende persone dovrebbe tenere. Pur nelle divergenze, il sindacato ha sempre dimostrato grande responsabilità su questa vertenza a livello nazionale. Pertanto ci aspettiamo una ferma condanna da parte della Fiom e di tutte le Istituzioni presenti. Quello che è accaduto a Genova, in luogo pubblico e alla presenza di alcuni media, è inspiegabile e non si deve mai più ripetere. Auguriamo una pronta guarigione ai nostri dirigenti sindacali che questa mattina si sono recati al pronto soccorso, con diverse ferite. A loro tutta la nostra vicinanza”, afferma il segretario. “La mia organizzazione continuerà la sua battaglia per la difesa di tutti gli stabilimenti ex Ilva con la massima serietà, come ha sempre fatto fino a oggi”, conclude. Le tensioni avrebbero origine nella giornata di ieri, giovedì 4 dicembre, quando la Uilm non ha aderito a uno sciopero territoriale proclamato dalla Fiom e alcuni esponenti politici.
Il racconto dei fatti
“Questa mattina, davanti allo stabilimento Ilva, il segretario generale della Uilm Luigi Pinasco, il segretario organizzativo Claudio Cabras e tre delegati sono stati aggrediti a calci e pugni da individui con la felpa della Fiom, per poi essere braccati per almeno un chilometro“, afferma la Uilm in una nota. “È un episodio inaccettabile che non possiamo far passare in alcun modo – sottolinea il segretario generale Uil Liguria, Riccardo Serri -. Stiamo vivendo un momento drammatico per il lavoro nella siderurgia e queste persone mascherate da bulli pensano di fare il bello e il cattivo tempo spostando l’attenzione dal problema al regolamento di chissà quali conti. Così si perdono di vista i veri obiettivi. Niente può giustificare umiliazioni, calci, pugni e violenza verbale con cui viene condotta questa vertenza da parte di alcuni soggetti improponibili“.
Bombardieri: “Condanniamo attacco squadristico”
“Esprimo vicinanza e solidarietà ai delegati della Uilm che, questa mattina, a Genova, sono stati aggrediti: condanniamo l’attacco squadristico dei delegati della Fiom e stessa condanna ci aspettiamo da parte della Cgil e della Fiom”, ha commentato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Bisogna fare attenzione perché la democrazia non si difende con le aggressioni. Se ci sono diversità di vedute e si aggredisce, si rischia di rasentare il terrorismo. È bene dirlo in modo chiaro, le tensioni non vanno risolte con le aggressioni. Non è questo il modo di confrontarsi. Possiamo avere posizioni diverse e le avremo; ci sono storie, sensibilità e valutazioni differenti: il pluralismo sindacale è una ricchezza per la democrazia, ma le aggressioni non sono mai giustificabili“.
Landini: “Irresponsabile parlare di terrorismo”
Da parte loro, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e quello della Fiom-Cgil, Michele De Palma, chiedono di abbassare i toni e di non utilizzare il termine ‘terrorismo’. “Quanto accaduto stamattina davanti ai cancelli dell’ex Ilva di Genova, il forte clima di tensione al presidio sindacale, non può essere in alcun modo strumentalizzato né tanto meno irresponsabilmente associato al terrorismo“, hanno dichiarato in una nota congiunta Landini e De Palma. “La Fiom e la Cgil si sono sempre battuti contro il terrorismo e per affermare la democrazia, anche a costo della perdita della vita come accaduto proprio all’ex Ilva di Genova al nostro delegato Guido Rossa“, ricordano. “Per quanto ci riguarda restiamo impegnati a ripristinare un clima di confronto costruttivo e di rispetto delle differenze per dare una positiva soluzione alla vertenza ex Ilva, in sintonia con le legittime aspettative di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori rese manifeste dallo sciopero generale dei metalmeccanici tenutosi ieri a Genova. Proprio per questo continuiamo a chiedere al Governo la convocazione a Palazzo Chigi per dare continuità produttiva a tutti i siti con gli investimenti necessari a rendere credibile il processo di decarbonizzazione e la salvaguardia dell’occupazione”, concludono.
Rsu Fiom Genova: “Domani riprendiamo l’attività”
Intanto questa mattina, 5 dicembre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato al Mimit il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e il sindaco di Genova, Silvia Salis, per fare il punto sul futuro dell’ex Ilva e sulle prospettive di rilancio dello stabilimento di Genova-Cornigliano.
La struttura commissariale dello stabilimento, si legge in una nota diramata dopo l’incontro, sta lavorando a un percorso che possa rispondere alla principale richiesta dei lavoratori, ovvero rimettere in funzione anche la linea dello zincato, bilanciandola con la produzione della banda stagnata, con i numeri complessivi dei lavoratori impiegati che sono stati comunicati la scorsa settimana. Il ministro Urso ha ribadito anche alle istituzioni liguri che non vi è alcun piano di chiusura e che il programma di manutenzione avviato a Taranto è orientato a ripristinare una capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate. La riduzione dei flussi di coils verso il Nord è quindi temporanea, legata ai lavori sugli impianti, in vista della ripresa produttiva. Urso ha infine confermato che il Governo è pienamente impegnato a garantire la continuità produttiva degli stabilimenti e il percorso di decarbonizzazione, anche valutando l’intervento di un soggetto pubblico, ove richiesto e necessario, a sostegno del piano industriale.
L’Rsu della Fiom allo stabilimento Ex Ilva di Genova, Armando Palombo, ha dato lettura ai colleghi della nota e, dal presidio in piazza, ha commentato: “Buone notizie? Sì“. Palombo ha poi spiegato: “la latta continuerà con ordini che abbiamo già in cassetto, un rallentamento sul cromato, lo zincato lo abbiamo per arrivare fino al 28 febbraio con 3 settimane di fermate per manutenzioni. Questi numeri ci vanno bene. È risolto il problema? No, perché lo zincato è ripartito come abbiamo chiesto noi e qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza per questi 7 giorni che abbiamo passato qui a Genova”. I lavoratori dunque possono allentare le tensioni e sciogliere il presidio, liberando e ripristinando l’area di piazza Savio. Palombo quindi conclude: “Riprendiamo l’attività, da domani si rientra a pieno regime con 585 persone a lavorare, 280 in cassa e 70 corsi, ma con la zincatura in funzione come chiedevamo”.
Emiliano: “Piano di chiusura e Cig ritirati”
Successivamente, sempre al Mimit, si è tenuto un altro incontro tra il ministro Urso, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Piero Bitetti, il sindaco di Statte Fabio Spada e il presidente della Provincia di Taranto, Gianfranco Palmisano. E al termine di questo incontro, Emiliano ha affermato che il piano della chiusura e della cassa integrazione è stato ritirato. “Il piano della chiusura e della cassa integrazione è stato completamente ritirato, e soprattutto ci è stata data assicurazione che lo stabilimento ex Ilva di Taranto continuerà a rifornire di coils l’impianto di Genova. Allo stato degli atti, questo tranquillizza sia il sindacato che i lavoratori, e anche un po’ tutti noi come Regione Puglia ed enti locali. Ci è stato confermato che il piano di decarbonizzazione va avanti in vista dell’individuazione di un acquirente. Sullo sfondo resta la questione posta da tutti noi: nel caso in cui non si dovesse trovare un acquirente privato, nelle modalità consentite dalla legge lo Stato deve assumere la responsabilità della gestione dello stabilimento. Inoltre, è stata presentata una serie di ipotesi di investimento, alcune delle quali conoscevamo già, altre sono cose nuove, che offrono la possibilità di riallocare alcune centinaia di eventuali esuberi nel corso del tempo. Si tratta di progetti che hanno una concretezza abbastanza relativa, ma che comunque appaiono dotati di una certa serietà dato il prestigio e la reputazione delle imprese che si sono fatte avanti”, ha affermato il governatore pugliese.

