Per il bonus mamme, che la manovra aumenta a 60 euro al mese, si stima una platea di circa 865mila lavoratrici, un quarto delle lavoratrici con figli (3,5 milioni). Assumendo un tasso di adesione pari al 100%, il beneficio medio annuo individuale sarà di quasi 660 euro (60 euro mensili moltiplicati per il numero di mesi lavorati), per un costo totale di circa 570 milioni. Così il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione davanti alla commissioni Bilancio di Camera e Senato in riferimento al bonus mamme in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome madri di due figli, di cui il più piccolo minore di 10 anni, e alle lavoratrici autonome e dipendenti a tempo determinato madri di tre o più figli, di cui il più piccolo minore di 18 anni.
Le famiglie beneficiarie
Le famiglie beneficiarie sarebbero il 3,2% del totale delle famiglie residenti e il beneficio comporterà una variazione sui redditi familiari pari, in media, al 2,7%. Tre quarti del beneficio totale andrà a vantaggio delle famiglie dei quinti centrali della distribuzione del reddito. Il beneficio aumenta al crescere del reddito familiare equivalente (da 581 in media per le famiglie del primo quinto a 700 per quelle del quinto più ricco), in quanto le lavoratrici delle famiglie con i redditi più bassi lavorano in media meno mesi nell’arco dell’anno. Rispetto a quanto percepito nel 2025 con il beneficio previsto dal Decreto-Legge 95/2025, la misura comporterebbe per il 2026 un guadagno a livello familiare di circa 220 euro su base annua.

