“Se su 44 miliardi di profitti nel 2025” gli istituti di credito “ce ne mettono a disposizione circa cinque per aiutare le fasce più deboli della società, credo che possiamo essere soddisfatti noi e che in fin dei conti possano esserlo anche loro”. Dopo giorni di polemiche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, torna a parlare del contributo delle banche alla manovra. Il suo pensiero è contenuto nel nuovo libro di Bruno Vespa dal titolo ‘Finimondo’: “Per mantenere i conti in ordine, occorrono delle risorse – osserva Meloni – e le abbiamo chieste a chi, grazie a questa politica, ha avuto dei grandi benefici: se migliora lo spread, se sale il rating dell’Italia, se le banche hanno potuto approfittare dei 200 miliardi messi a disposizione dal governo Conte per rinegoziare con la garanzia dello Stato prestiti che avevano già erogato, o dei crediti del superbonus, sempre grazie a Giuseppe Conte, è giusto che quelle stesse banche ci diano una mano a continuare in una politica così profittevole”.
Tajani: “Accordo è chiuso e non si cambia”
È anche sulla scorta di queste parole che Antonio Tajani può dire che l’accordo sulle banche “per noi è quello. La cosa è chiusa e non si cambia, perché c’è un accordo generale di tutti”. Forza Italia – annuncia il vicepremier e segretario di Forza Italia – presenterà emendamenti alla manovra su “affitti brevi, l’articolo 18” sui dividendi delle holding, “forze dell’ordine e forze armate”. Ma il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini, non rinuncia a rilanciare: “Non c’è accanimento nei confronti delle banche”. “Mi limito – rimarca – a leggere i bilanci: le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, una parte di questi coperti da garanzie dello Stato, per cui se va bene si va in utile, se va male c’è lo Stato”.
Il tema degli affitti brevi
Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, quindi, aggiunge: “Chiederò che sul piano casa una parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da un sistema che sta facendo margini importanti”. Salvini poi tocca anche un altro tasto dolente: “C’è il tema sugli affitti brevi tra favorevoli e contrari: io sono sempre per il rispetto della proprietà privata, per il fatto che ciascuno possa investire sul suo immobile come meglio crede, senza penalizzazioni o inasprimento di tassazioni”. Su questo tema c’è l’apertura da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Non è una questione di vita o di morte”, assicura, spiegando che la misura non è entrata in manovra per distrazione, come dice Salvini, perché “io non sono mai distratto. Quando curo i soldi di tutti ho il dovere di essere sempre concentrato”, ma “come ho detto, il Parlamento c’è per migliorare perché io, come ministro dell’Economia, non ho la presunzione di fare tutte le cose giuste”. Una quadra definitiva potrebbe essere raggiunta in un prossimo vertice di maggioranza che – a quanto circola – potrebbe tenersi già domani.
Le opposizioni non ci stanno
Le opposizioni intanto non ci stanno. Per il presidente del M5S, Giuseppe Conte, la manovra è “contro gli italiani“. L’ex premier non va per il sottile: “Nel governo volano stracci perché non hanno il coraggio di imporre una tassazione vera di fronte a 100 miliardi di utili delle banche, anzi hanno favorito anche il risiko bancario con cordate amiche”. E Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, attacca: “Sulle banche nella maggioranza siamo ormai alla rissa indecorosa. Ogni giorno assistiamo a scambi polemici senza esclusione di colpi tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, tutti intenti a rinfacciarsi le scelte contenute nella legge di Bilancio. Una scena surreale, che rivela la fragilità di un governo diviso su tutto”. Secondo Angelo Bonelli, deputato e co-leader di Avs, ancora, “le parole di Giorgia Meloni sui cinque miliardi ‘offerti’ dalle banche sono l’ennesima presa in giro per gli italiani. Altro che contributo straordinario, si tratta di un’anticipazione fiscale che gli istituti di credito recupereranno negli anni successivi. È lo stesso bluff già visto nel 2023: un’operazione cosmetica per nascondere un regalo miliardario ai poteri forti”.

