Al via “Natural risk forum”, primo think tank dedicato allo studio dei rischi catastrofali

115 eventi catastrofali negli ultimi cinquanta anni per danni che ammontano a circa 253 miliardi di euro. Sono queste le cifre riportato uno studio presentato oggi a Roma e promosso dal Natural risk forum, un nuovo Think Tank promosso dal Gruppo Unipol con l’obiettivo di lanciare una piattaforma di dialogo tra istituzioni, comunità scientifica e settore privato.

“Il think tank è aperto, vuole includere tutte le professionalità, le competenze che hanno voce in capitolo su questo argomento – spiega a margine di una conferenza stampa, Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs, Unipol Assicurazioni e Coordinatore del Think Tank – avrà un comitato di indirizzo che detterà i lavori che ogni anno si svilupperanno, vorrà produrre un rapporto di ricerca annuale che verrà presentato in varie occasioni sempre con la collaborazione di tutti gli stakeholder coinvolti in questo argomento. E’ una piattaforma aperta al dialogo, vuole fare informazione e formazione ai cittadini oltre che proporre un dibattito tra i decisori pubblici sull’argomento delle catastrofi naturali”.

L’obiettivo è quello di stimolare una riflessione ampia e strategica sui rischi catastrofali naturali e il loro impatto sociale, economico e produttivo sul Paese. L’Italia è, infatti, tra i Paesi europei più esposti agli eventi naturali estremi e in assenza di interventi di prevenzione, nei prossimi 50 anni, potrebbe contare danni per 590 miliardi di euro: “Quest’anno nel settore si è introdotta una discontinuità importante che è l’obbligatorietà delle coperture assicurative in capo al sistema delle imprese che progressivamente sono state obbligate dotarsi di una polizza assicurativa. E’ un cambio di paradigma forte perché da una copertura contenuta all’interno del bilancio statale si passa ad un copertura affidata alla contrattazione del sistema privato. Questo attribuisce al settore assicurativo un ruolo importante del quale siamo consapevoli ma siamo anche consapevoli che è un rischio che va gestito con tutte le altre entità sia statale che private che contribuiscono a mitigare questo rischio”.

In tale contesto il Natural Risk Forum si presenta come una piattaforma innovativa in grado di mettere a sistema competenze e collaborazioni per nuove analisi sui modelli di governance più adatti ad affrontare le diverse fasi di gestione dei rischi – mappatura, prevenzione, emergenza e ricostruzione: “Da una parte c’è sicuramente il ruolo centrale delle istituzioni che hanno il compito di governare e mettere in dialogo la comunità scientifica e il settore privato – spiega Daniela D’Agostino, Chief Property & Casualty Officer, Unipol Assicurazioni – Ci sono poi le conoscenze che deve sviluppare la comunità scientifica, i modelli previsionali che devono supportare le istituzioni e le autorità nel prendere decisioni in caso di emergenze. Infine c’è il settore privato che ha il compito di trasformare quelle conoscenze sviluppate dalla comunità scientifiche in soluzioni concrete”.

Resilienza del tessuto sociale ed economico dei territori, riduzione dei danni e diffusione di una cultura del rischio sono quindi le sfide per un futuro più sostenibile anche economicamente. Guardando sempre allo studio presentato oggi: per ogni euro investito in prevenzione è calcolati si genera un ritorno di circa 11 euro in termini di minori costi per la collettiva.

“Siamo di fronte ad un muro di indifferenza sul quale dobbiamo aprire una breccia – avverte il ministro Nello Musumeci, ministro della coesione territoriale, protezione civile e politiche del mare – il futuro non promette nulla di buono, il 70% del territorio italiano è a rischio sismico se lavoriamo nella prevenzione avremmo la possibilità di ricostruire di meno. Pensiamo poi alla rigenerazione dell’esistente che va potenziato, va messo in condizioni di poter essere meno esposto e vulnerabile ai rischi meteo e ai rischi geologici”.