“Stellantis ha perso più di 9.600 lavoratori in quattro anni”, l’analisi della Fiom-Cgil

“Stellantis ha perso più di 9.600 lavoratori in quattro anni”, l’analisi della Fiom-Cgil

Per il sindacato delle tute blu la produzione di auto è in calo di 500mila unità in 20 anni. Il segretario generale De Palma chiede un incontro con l’ad Filosa sul Piano industriale.

Stellantis ha perso più di 9.600 lavoratori in quattro anni“. Questi i dati emersi dalla ricerca del centro studi della Fiom-Cgil ‘Stellantis: la grande fuga dall’Italia’. Il segretario generale della Fiom Michele De Palma chiede sia un incontro con l’amministratore delegato Antonio Filosa per discutere di un Piano industriale sia una maggiore attenzione del governo, il quale dovrebbe spostare il tavolo sull’automotive dal ministero delle Imprese e del made in Italy a Palazzo Chigi.

Il calo dei dipendenti

I dipendenti Stellantis sono passati da 37.288 nel 2020 a 27.632 nel 2024. Il risultato è che in quattro anni sono stati persi 9.656 lavoratori. “Ad influire su questo numero – afferma il sindacato – sono sicuramente le uscite volontarie: in particolare, attraverso accordi sindacali che la Fiom-Cgil non ha firmato sono state definite specifiche iniziative di uscita con accompagnamento alla pensione per i lavoratori più anziani e di voluntary leave mediante risoluzioni del rapporto di lavoro”.

Cigs e solidarietà per il 61%

Gli esuberi dichiarati nel 2024 sono stati 3.700 e 2.352 nel 2025, per un totale 6.052. I costi di queste ristutturazioni per Fiom-Cgil ammontano a 777.276.000 euro. Riguardo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Stellantis, al primo settembre 2025 su 32.803 dipendenti, 20.233 sono interessati da cassa integrazione e contratti di solidarietà, il 61,68%. Non se la passano meglio i lavoratori della componentistica, delle aziende committenti prese in esame, circa 8.523 lavoratori coinvolti su 13.865 sono in ammortizzatori sociali.

Produzione scende di 500mila auto

In 20 anni, dal 2004 al 2024, la perdita di produzione di automobili per Stellantis è stata pari a 515.944 unità. Considerando anche i veicoli commerciali, la perdita complessiva di volumi è stata pari a 520.798 unità. Nel 2024 sono state prodotte solo 289.154 auto e 190.784 veicoli commerciali. Negli stabilimenti che producono motori il crollo è di 534.700 unità, sempre dal 2004 al 2024. Da segnalare che delle nuove produzioni lanciate da Stellantis, molte mass market, nessuna si produce in Italia: Topolino in Marocco, Fiat 600 in Polonia, Alfa Junior in Polonia, Nuova Panda in Serbia, Nuova Lancia Y in Spagna. Mentre – spiega la Fiom – è evidente che le produzioni in Italia di tipo mass market sono diminuite fortemente.

La perdita di quote di mercato

“Il calo della produzione di autoveicoli Stellantis non può essere solamente imputato al calo della domanda”, si spiega. Infatti a prescindere dall’andamento delle vendite complessive del settore, Stellantis continua a perdere quote di mercato, sia in Italia che in Europa. La Fiom-Cgil sottolinea che tra il 2022 e il 2024 si è passati nel nostro Paese dal 35,23% al 29,13%, e il raffronto tra il primo semestre 2024 e lo stesso periodo del 2025 segna sempre una differenza negativa, passando dal 32,1% al 29,2%.

Patrimonio si riduce di 1,2 miliardi

Il patrimonio netto di Stellantis è passato da 7.758.142.000 euro nel 2020 a 6.523.544.000 euro nel 2024, con una riduzione, quindi, di 1.234.598.000 euro.Per Fiom-Cgil, a questo risultato ha contribuito “la distribuzione di 2 miliardi di dividendi dell’utile realizzato nel 2023“. Per questo si osserva che “per una reale politica industriale serve fermare i dividendi per investire nell’azienda”. Anche perché “la svalutazione degli asset implicitamente significa riconoscere la riduzione della produzione nei prossimi anni”. Così Il valore netto delle svalutazioni, secondo lo studio, è pari a 1.004.494.000 in quanto nel 2024 è stato effettuato un ripristino di valore per 93 milioni di euro.

Piano industriale, l’incontro con l’ad Filosa

L’amministratore delegato Filosa ha preso in mano una situazione drammatica, determinata dal fallimento del piano di Carlos Tavares e proprietà – afferma De Palma – le nostre proposte sono rivolte a Stellantis e alle istituzioni nazionali ed europee. Chiediamo un confronto con l’amministratore delegato Filosa per la definizione di un Piano industriale che deve prevedere nuovi modelli mass market perché quelli annunciati non bastano a saturare gli stabilimenti, un Piano per rafforzare la ricerca e sviluppo, il ripristino del progetto della gigafactory, il rilancio di Maserati e di Alfa Romeo, nuove assunzioni per invertire la strategia delle uscite incentivate e per rigenerare l’occupazione negli stabilimenti”.

Serve l’attenzione di Palazzo Chigi

“Al governo chiediamo di spostare il confronto sull’automotive dal ministero delle Imprese e del made in Italy a Palazzo Chigi – osserva De Palma – il tavolo automotive al Mimit ha prodotto esclusivamente incentivi per l’acquisto che non sono in grado di risolvere una situazione che è di crisi strutturale del settore con un calo continuo delle produzioni e un aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Occorre portare la produzione ad almeno 1 milione di veicoli all’anno. Sono necessarie reali politiche industriali per proteggere e rilanciare l’automotive, favorendo anche l’ingresso di nuovi costruttori. E in questa fase di transizione ecologica bisogna prevedere strumenti come un ammortizzatore sociale unico per tutelare l’occupazione. Senza investimenti non è possibile rilanciare la produzione di auto nel nostro Paese”.

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