Dazi, Confindustria: “Con tariffe al 30% -0,8% Pil”

Dazi, Confindustria: “Con tariffe al 30% -0,8% Pil”
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini

L’Associazione degli industriali: “Crescono incertezza e sfiducia”

Con i dazi Usa il livello del Pil italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline. E’ quanto emerge dalla congiuntura flash elaborata dal Centro studi di Confindustria. “L’impatto sulla nostra economia sarebbe mitigato dalla capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco e di competere su fattori ‘non di prezzo’. In base a una simulazione del CSC, le vendite di beni nel resto del mondo aumenterebbero di circa 13 miliardi cumulati nel 2027, compensando parte delle perdite nel mercato Usa – si legge – L’export totale di beni si ridurrebbe, comunque, del 4,0% e gli investimenti in macchinari e impianti dell’1,0%, rispetto a uno scenario base senza dazi”.

“Gli ulteriori annunci sui dazi Usa hanno alzato l’incertezza ed erodono la fiducia: insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti. Notizie positive vengono dal parziale rientro del prezzo del petrolio, l’inflazione contenuta, il sentiero di tagli dei tassi nell’Eurozona. L’industria italiana appare stagnante nel 2° trimestre, mentre i servizi crescono poco”, emerge ancora dal report.

“Export debole, con tariffe al 30% vendite Usa -58%”

“L’export italiano di beni è in calo nel 2° trimestre (-3,6% in valore in aprile-maggio sul 1°), soprattutto nei mercati extra-UE (-5,7%), meno nell’intra-UE (-1,5%). Si amplia il deficit commerciale con la Cina: in caduta il nostro export, in forte aumento l’import. Tengono ancora gli scambi con gli Stati Uniti, ma in un clima di forte incertezza”. E’ quanto emerge dalla congiuntura flash elaborata dal Centro studi di Confindustria. Secondo stime del Centro Studi Confindustria, “con tariffe al 30% su tutti i prodotti e cambio euro-dollaro sui livelli attuali, l’export italiano di beni negli Usa si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli Usa, al 6,0% dell’export totale e, considerando anche le connessioni indirette, al 4,0% della produzione manifatturiera. L’aumento dei dazi e la svalutazione del dollaro, infatti, ridurrebbero la competitività di prezzo degli esportatori europei rispetto sia ai produttori domestici Usa che a quelli degli altri paesi meno colpiti. L’impatto sarebbe amplificato dall’incertezza nei rapporti transatlantici e dal rallentamento dell’economia Usa. L’effetto stimato è di medio-lungo periodo, cioè nel caso di dazi permanenti (e quando potrebbe aversi lo spostamento di parti delle lavorazioni negli USA), perché molti prodotti italiani di alta qualità sono poco sostituibili a breve, specie in grandi quantità”.

“Investimenti imprese in calo, pesa incertezza”

“Gli indicatori segnalano indebolimento nel 2° trimestre: le condizioni per investire peggiorano; la fiducia delle imprese recupera a giugno ma su valori bassi (93,9 da 93,1 a maggio), in calo rispetto al 1°; scendono gli ordini di beni strumentali, negativi da mesi (-19,0, da -17,7), anche se le attese tornano positive. Pesa l’alta incertezza, nemica giurata delle decisioni di investimento”. E’ quanto emerge dalla congiuntura flash. Nel 1° trimestre il reddito reale è cresciuto a buon ritmo (+0,9%), ma i consumi sono aumentati molto meno (+0,2%), frenati dall’aumento della quota di risparmio, a causa dell’incertezza e della bassa fiducia delle famiglie. Per il 2° trimestre lo scenario non è migliore: occupazione in lieve crescita a maggio, ma la fiducia è scesa ancora a giugno, le vendite al dettaglio registrano una variazione acquisita nulla e le immatricolazioni di auto crollano (-17,4% annuo). Rallentano i servizi. Per il 2° trimestre, gli indicatori sui servizi sono un po’ meno favorevoli. La spesa dei turisti stranieri è cresciuta del +5,2% annuo in aprile. RTT (CSC-TeamSystem) stima un fatturato in crescita nel trimestre, nonostante il ribasso a maggio. L’HCOB-PMI scende a giugno, pur indicando espansione (52,1 da 53,2), mentre la fiducia delle imprese risale per il secondo mese consecutivo. L’industria torna in calo. A maggio la produzione è tornata a scendere in Italia (-0,7%), dopo il buon dato di aprile e del 1° trimestre. RTT aveva anticipato il calo di maggio nell’industria (in termini di fatturato) e l’indagine CSC a giugno suggerisce prudenza delle imprese: i dazi mettono di nuovo a rischio la manifattura. A giugno, il PMI è sceso più in area recessiva (48,4 da 49,2), mentre la fiducia delle imprese industriali recupera per il secondo mese, trainata dalle attese.

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