Ex Ilva, nuovo rinvio a fine mese: spunta terza proposta

Ex Ilva, nuovo rinvio a fine mese: spunta terza proposta
Adolfo Urso

Urso: “Siamo sulla buona strada”

Ancora una ‘fumata grigia‘ per l’accordo con gli enti locali sul futuro dell’ex Ilva. Il confronto al ministero delle Imprese con Regione e Comuni di Taranto e Statte si conclude con un nuovo rinvio, a fine mese, dopo quello della scorsa settimana. Dopo le due ipotesi per la decarbonizzazione del sito siderurgico – con o senza la nave rigassificatrice e gli impianti per il ferro preridotto – c’è una proposta di mediazione formalizzata dal ministro Urso che tiene ferma la prosecuzione dell’azienda e la sua riconversione per l’abbattimento del 95% delle emissioni, con tre forni elettrici.

Ex Ilva: la proposta del ministro Urso

Prevede un impegno messo nero su bianco per “garanzie sull’occupazione”, ma dà tempo alla città di maturare la scelta, coinvolgendo anche il nuovo Consiglio comunale la cui seduta è prevista il 30 luglio. L’appuntamento è stato quindi riaggiornato al 31 luglio. Nel frattempo sarà istituito un comitato tecnico chiamato a individuare entro il 28 luglio una soluzione in grado di assicurare l’approvvigionamento di gas in modo sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico e valuterà anche la possibilità di realizzare fino a quattro impianti Dri (direct reduced iron) necessari a coprire il fabbisogno del preridotto per la produzione nazionale di acciaio.

Urso: “C’è l’impegno di tutti, siamo sulla buona strada”

“C’è l’impegno di tutti” per salvare l’ex Ilva, tira le somme il ministro Urso, “siamo sulla buona strada”. Un altro passo in una trattativa tesa, che parte dalla frustrazione del territorio, che in ogni caso dovrà aspettare altri 7 o 8 anni per la decarbonizzazione, i timori dei sindacati per i lavoratori da anni in cassa integrazione e vuole evitare che sull’Ilva si consumi uno scontro frontale tra governo e amministrazioni locali, tra centrodestra e centrosinistra.

“Questa crisi è giunta a un passo da una sua possibile definitiva soluzione, ma ovviamente è anche a un passo da un possibile fallimento, come tutte le cose sulle quali bisogna trovare un accordo”, è cauto il governatore Michele Emiliano, che lamenta l’assenza della politica: “L’assurdo di tutta questa storia è che una vicenda così complessa e strategica alla fine deve essere decisa solo dagli enti locali”, il Parlamento “non dice una parola” e “ci hanno lasciato completamente col cerino in mano”.

A questo proposito anche il ministro Urso ha chiesto “un documento parlamentare – mi auguro largamente condiviso – che impegni i governi a raggiungere l’obiettivo della piena decarbonizzazione del sito siderurgico di Taranto, garantendo i livelli occupazionali o comunque consentendo che nessuno resti indietro”.

Giovedì la conferenza dei servizi

Nel frattempo, come confermato dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, resta fissata per giovedì la conferenza dei servizi chiamata a dare l’autorizzazione alla produzione in base a quello che è lo stato attuale dello stabilimento, con il ciclo integrato per altri 12 anni, su cui gli enti locali non sono d’accordo.

È un passo necessario, sottolinea Urso, per “consentire di mantenere in attività lo stabilimento mentre si realizza il piano di piena decarbonizzazione. Nel contempo ci consente di proseguire nel negoziato, perché tutti gli attori industriali che hanno presentato un’offerta, ed altri che potrebbero aggiungersi, hanno chiesto come fattore preliminare abilitante che lo stabilimento abbia l’esercizio a produrre”.

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