“Mantenere i target 2035 sulle emissioni per salvare 1 milione di posti di lavoro“. Questo l’assunto che emerge da un nuovo studio pubblicato oggi da Transport & Environment (T&E), l’organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti. “Con l’obiettivo 2035 per le auto a emissioni zero e una strategia industriale – dice T&E – il settore automotive europeo potrebbe tornare ai livelli massimi di produzione post-crisi del 2008 e aumentare dell’11% il proprio contributo all’economia”.
Non incoraggiante però, se si volesse perseguire questa indicazione, quanto accaduto alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti alla Camera che hanno dato il via libera, con un emendamento al decreto Infrastrutture, al rinvio di un anno dello stop alle auto e ai veicoli commerciali diesel Euro 5, spostando dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026 il termine previsto per Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.
Secondo lo studio di T&E “il comparto automobilistico europeo potrebbe salvare gli attuali livelli di occupazione e tornare a produrre 16,8 milioni di auto all’anno, pari al picco raggiunto dopo la crisi del 2008, se l’Ue manterrà intatto l’obiettivo di sole auto a zero emissioni dal 2035 e rafforzerà le politiche industriali e di stimolo della domanda”. L’analisi simula l’impatto dell’obiettivo 2035 dell’Ue per le auto a zero emissioni, unito a nuove politiche industriali per stimolare la produzione nazionale di veicoli elettrici, come un target di elettrificazione per le flotte aziendali e misure di sostegno a favore di auto e batterie prodotte in Ue. In questo scenario, “il contributo della filiera automobilistica al Pil europeo aumenterebbe dell’11% nel 2035 rispetto a oggi”.
Per T&E è necessario “investire su batterie e infrastrutture di ricarica per generare nuovi posti di lavoro“. In base allo studio “la perdita di posti di lavoro nella produzione di veicoli, e componenti, a combustione interna potrebbe essere compensata dalla creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro nell’ecosistema dell’auto elettrica: oltre 100mila nuovi impieghi nella produzione di batterie entro il 2030 e 120mila nel settore della ricarica entro il 2035“. L’Ue potrebbe produrre fino a 900 GWh (Gigawattora) di batterie all’anno entro il 2030 se rispettasse l’obiettivo di zero emissioni per nuove auto e adottasse strategie industriali di supporto alle proprie aziende. Il valore della produzione del settore della ricarica potrebbe quasi quintuplicare, raggiungendo i 79 miliardi di euro entro il 2035“.
Invece “indebolire l’obiettivo zero emissioni, come i legislatori Ue sono intenzionati a fare, e non adottare politiche industriali efficaci comporterebbe una riduzione del contributo del settore auto al Pil europeo di 90 miliardi di euro entro il 2035 e una perdita fino a 1 milione di posti di lavoro nella filiera”. Inoltre, “fino a due terzi degli investimenti previsti nelle batterie potrebbero andare persi, mentre l’industria della ricarica verrebbe privata di 120 miliardi di euro di entrate potenziali nei prossimi 10 anni”.
“È un momento decisivo per l’industria automobilistica europea – afferma Esther Marchetti, clean Transport advocacy manager di T&E Italia – poiché la competizione globale per la leadership nella produzione di auto elettriche, batterie e infrastrutture di ricarica è altissima. Il successo dell’Europa dipende dalle scelte che i suoi politici faranno oggi. Mantenere l’obiettivo zero emissioni per il 2035, insieme all’adozione di politiche industriali e di stimolo alla domanda efficaci, fornisce la stabilità necessaria per rilanciare la produzione, mantenere i livelli occupazionali e aumentare il valore economico del settore automobilistico europeo. Questo vale ancora di più per l’Italia che, insistendo sulla ‘neutralità tecnologica’, manda messaggi confusi alla sua industria, relegando il nostro Paese ad essere fanalino di coda tra le grandi economie Ue per investimenti in veicoli elettrici, gigafactory, catodi e raffinazione”.

