Italia-Bulgaria, D’Andrea: “Possibilità integrazione filiere agroalimentare”

Italia-Bulgaria, D’Andrea: “Possibilità integrazione filiere agroalimentare”

Così il Direttore Ufficio Ice Sofia, intervistato da Tribuna Economica

“Il sistema imprenditoriale italiano è tra i più rilevanti in Bulgaria in termini di presenza e attività. L’Italia è uno dei principali partner commerciali del Paese, sia per quanto riguarda lo scambio commerciale sia per gli investimenti diretti esteri. Si contano oltre 6.000 aziende italiane operanti in Bulgaria, attive in settori come tessile, abbigliamento, meccanica, costruzioni, logistica e agroalimentare. Il sistema imprenditoriale italiano in Bulgaria è apprezzato per la qualità dei prodotti, la flessibilità e la capacità di innovazione”. Così Andrea D’Andrea, Direttore Ufficio Ice Sofia, intervistato da Tribuna Economica. “La Bulgaria offre oggi un ambiente favorevole agli investimenti esteri grazie a fiscalità agevolata, costi contenuti, posizione strategica e accesso al mercato Ue – spiega- Tra i settori più dinamici spicca l’Ict, con un ecosistema in crescita tra start-up, outsourcing e sviluppo software. Anche l’agroalimentare è attrattivo, grazie alle risorse agricole e alla possibilità di integrazione con le filiere italiane. In espansione il comparto delle energie rinnovabili, sostenuto da incentivi statali. Infine, il turismo sta crescendo rapidamente, valorizzato da bellezze naturali, patrimonio culturale e prezzi competitivi”.

“La Bulgaria – spiega D’Andrea – dispone di una forza lavoro qualificata, con una buona preparazione tecnica, soprattutto nei settori ingegneristico, informatico e produttivo. Il livello di istruzione è generalmente buono, e la conoscenza delle lingue straniere, in particolare l’inglese, è diffusa tra i giovani e nei contesti professionali. Il costo del lavoro è tra i più bassi dell’Unione Europea, aspetto che rappresenta un importante vantaggio competitivo. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrata una crescente emigrazione di personale specializzato verso altri Paesi Ue, il che ha generato alcune carenze, soprattutto in settori tecnici e It”.

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