Il Pil italiano in crescita ma i dazi Usa tengono alta l'incertezza, rallentando esportazioni e investimenti

Confindustria vede la frenata dell’economia con i dazi che tengono ancora alta l’incertezza. Nel nuovo bollettino di maggio 2025 il Centro studi di viale dell’Astronomia parla di una crescita dello 0,3% del Pil dell’Eurozona nel primo trimestre dell’anno. In testa la Spagna (+0,6%), seguono la Germania (+0,2%) e la Francia (+0,1%).

Il Pil italiano è cresciuto più del previsto nel primo trimestre 2025 (+0,3%), con l’industria che ha interrotto il suo lungo calo. Nel secondo trimestre però i dazi e le alterne decisioni dell’amministrazione Trump tengono alta l’incertezza e bassa la fiducia, frenando principalmente export e investimenti. Le minori attese di crescita, tuttavia, riducono il prezzo dell’energia, agevolando il taglio dei tassi in Europa.

In particolare nell’industria la Germania è in forte recupero (+1,7% nel primo trimestre), mentre Francia e Spagna sono rimaste quasi ferme. Ad aprile, i Pmi manifatturieri restano tutti sotto la soglia di espansione ma sono in risalita in Germania e Francia, in calo in Spagna. I Pmi suggeriscono anche frenata nei servizi e si deteriora il clima di fiducia. 

Per quanto riguarda gli Usa nel primo trimestre il Pil è sceso di -0,1%, come risultato di una frenata dei consumi (+0,3% il contributo, da +0,7%), una tenuta degli investimenti (+0,3%), una forte accumulazione di scorte (+0,6%) e un brusco calo della domanda estera netta (-1,2%) e anche della spesa pubblica (-0,1%). In aprile, ferma la produzione industriale (dopo +1,4% nel 1° trimestre), ma buona la dinamica degli occupati (+177 mila unità, oltre la soglia espansiva).

Cresce invece la Cina, con il primo trimestre (+5,4%), sulla spinta di manifattura e costruzioni. L’industria è trainata dalle esportazioni, anche grazie alle spedizioni anticipate per i dazi Usa. In aprile, l’export è ancora in crescita (+8,1% annuo) e il Pmi manifatturiero resta in territorio positivo per il settimo mese (50,4), seppure in frenata. Tale rallentamento è legato al calo degli ordini esteri e della fiducia delle imprese. Ma l’allentamento per 90 giorni delle barriere con gli Usa potrebbe mantenere la dinamicità dell’export cinese nel II trimestre. Segnali positivi pure dalla domanda interna (+4,6% annuo le vendite al dettaglio nel primo), grazie alle ingenti misure pubbliche di stimolo.

A marzo la produzione industriale in Italia è aumentata (+0,1%) chiudendo il primo trimestre in recupero (+0,4%) dopo cinque trimestri in calo anche se l’indice Rtt indica un minore fatturato. I dazi colpiscono principalmente l’industria e i primi dati di aprile sono misti: il Pmi segnala che la flessione si è quasi esaurita (49,3 da 46,6) ma la fiducia scende per il secondo mese di fila, su valori bassi.

Le minori attese di crescita sul Pil a livello globale riducono il prezzo dell’energia, agevolando il taglio dei tassi in Europa. Il prezzo del gas in Europa (Ttf) continua a scendere: 33 euro al Megawattora a maggio, dai 50 a febbraio, restando comunque sopra i livelli del 2019 (14 in media); in ribasso anche l’elettricità (PUN a 88 euro/Mwh, da 150), ma resta il divario con gli altri Paesi europei. Anche il prezzo del petrolio è in calo, a riflesso delle attese di frenata della domanda globale: 62 dollari al barile a maggio, dai 76 a febbraio.

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