Le precisazioni della Banca sulle indiscrezioni di stampa di ieri, che parlavano di una lettera della Bce che chiedeva correttivi
Il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Sondrio, che si è riunito ieri e ha rinnovato i comitati consiliari, si trova ad affrontare anche il dossier rappresentato da una lettera inviata dalla Bce, contenente dei rilievi sull’attività della banca valtellinese e sulla sua governance. Lo hanno confermato ieri a LaPresse fonti finanziarie.
Anche viste le indiscrezioni uscite nella giornata di ieri, Pop Sondrio ha rilasciato una nota in serata. “Con riferimento alle notizie di stampa pubblicate in data odierna in merito all’ispezione condotta dalla BCE sul rischio di credito di Banca Popolare di Sondrio, la Banca intende chiarire che l’attività ispettiva è stata condotta tra ottobre 2022 e aprile 2023 e si riferisce, pertanto, a tale periodo” dice la nota.
“Dell’ispezione e dei suoi sviluppi è stata data notizia sia nella documentazione di bilancio relativa all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 sia in quella relativa al bilancio chiuso al 31 dicembre 2024, nonché nel resoconto intermedio sulla gestione al 31 marzo 2025 in cui si dà conto che, in data 29 aprile 2025, la BCE ha trasmesso alla Banca la Decisione finale che impone taluni requisiti e impartisce delle raccomandazioni, che riguardano anche l’efficacia del consiglio di amministrazione, il potenziamento della struttura e il funzionamento del livello dirigenziale e delle funzioni di gestione dei rischi e di revisione interna”. Così in una nota Banca Popolare di Sondrio. “Con riferimento a ciascuno dei suddetti rilievi la Banca ha da tempo avviato azioni e misure di rimedio che completerà nei tempi previsti e che la Bce si è riservata di valutare nel tempo in ragione della loro concreta efficacia e implementazione”, sottolinea inoltre la nota.
“Come segnalato nel comunicato diffuso il 6 maggio 2025 in relazione al resoconto intermedio sulla gestione al 31 marzo 2025”, specifica la nota di Pop. Sondrio, “all’esito dell’attività ispettiva, che aveva a oggetto il rischio di credito e di controparte con specifico riferimento ai segmenti Corporate&Large e SME per un controvalore lordo in origine pari a 15,5 mld di euro, è emersa la richiesta di procedere alla riclassificazione solo di talune posizioni creditorie ai fini delle segnalazioni prudenziali di vigilanza (al 31 marzo 2025 le posizioni per le quali è stato richiesto di procedere alla riclassificazione sono 27 e hanno un controvalore lordo per cassa pari a 158 milioni di euro e netto di circa 113 milioni di euro) rispetto alle quali sono in corso interlocuzioni con la Bce”.
Qualora, prosegue la nota, “al termine di tali interlocuzioni, le posizioni creditorie dovessero essere riclassificate come crediti deteriorati, tale circostanza non comporterebbe comunque la rilevazione di significativi effetti aggiuntivi a conto economico rispetto a quelli già contabilizzati, posto che la Banca ha già provveduto ad incrementare il relativo rischio di credito nel corso dell’esercizio 2023 in linea con le richieste dell’Autorità di vigilanza. Come rappresentato nel resoconto intermedio sulla gestione al 31 marzo 2025 e nel relativo comunicato diffuso il 6 maggio 2025, per effetto delle potenziali riclassifiche l’incidenza dei Non Performing Loans netti (NPL ratio netto) sul totale dei crediti varierebbe, al 31 marzo 2025, dall’1,04% all’1,36% (l’NPL ratio lordo passerebbe dal 2,9% al 3,3%)”.
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