Al ministero del Made in Italy il convegno promosso dalla Fondazione Bruno Kessler

Secondo stime Istat l’agricoltura italiana è al primo posto nell’Unione Europea, davanti a Spagna, Francia e Germania con un valore aggiunto nel 2024 di 42,4 miliardi di euro. Ciò nonostante, dicono i dati presentati oggi dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano nel 2024, in Italia, solo l’8% delle aziende agricole è digitalmente maturo e la superficie agricola interessata da soluzioni 4.0 si assesta al 9,5%.

Il tema è stato affrontato oggi a Roma, al ministero del Made in Italy, in un convegno promosso dalla Fondazione Bruno Kessler al quale hanno partecipato tanti protagonisti del settore agritech italiano. Tra questi la CNH: “Come CNH siamo riusciti a parlare dei nostri prodotti avanzati dal punto di vista della robotica e dell’informatica – ha spiegato Francesca Protano, head of technology strategy and product innovation della CNH – la nostra azienda affronta il mondo dell’agricoltura attraverso la tecnologia, ormai siamo accerchiati in senso positivo dall’Intelligenza Artificiale (AI) e da tutte le sue evoluzioni che sono rapidissime e su questo dobbiamo ragionare”. “Per sfamare una popolazione crescente ci sarà bisogno di un incremento della tecnologia – avverte Protano – noi ci affidiamo alla metodologia del ‘sentire e poi applicare’, nell’ambito delle macchine di irrorazione”. “Ad esempio noi abbiamo un sistema che tramite l’AI consente di trasferire i sensi della vista alla macchina e agire di conseguenza: è un risparmio dal punto di vista del prodotto che viene investito, un minore numero di passate con il veicolo stesso e un prodotto più sostenibile”, ha spiegato ancora la manager.

“Questo – aggiunge Protano – consente di ridurre i consumi e di aumentare il rispetto per l’ambiente. In CNH si parte da un sistema di guida automatica che abbiamo dagli anni ’90 quindi prima del sistema automotive, poi si passa all’automation di parti della macchina per arrivare poi alla full autonomy quindi una macchina che viene guidata senza l’operatore. Lo step successivo è la robotica che consiste in una forma alternativa alla macchina che consente all’operatore di concentrarsi sulla pianificazione e sulla gestione della fattoria o dell’ecosistema, come ci piace definirlo”. “Per l’innovazione – spiega ancora la manager – gli aspetti chiave che copriamo sono i più disparati: l’innovazione incrementale è quella che ci viene più naturale mentre per le innovazioni disruptive collaboriamo con università e centri di ricerca, essendo poi presenti in 170 paesi diversi favoriamo lo scambio di esperienze tra i vari team per arricchire la nostra conoscenza”. “La dichiarazione di oggi di Ursula Von der Leyen che annuncia lo stanziamento di 200 miliardi di euro in AI, conferma che siamo sulla strada giusta, perchè parte di queste risorse verranno indirizzate nel settore agritech dove noi contribuiremo dando una accelerazione allo sviluppo dei prodotti”, conclude.

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