Questi redditi, secondo le norme contenute in manovra, perdebbero nel 2025 il trattamento integrativo di 1.200 euro di cui godevano nel 2024

Caos sul taglio del cuneo fiscale 2025. “L’eventuale estensione del trattamento integrativo ai soggetti con una retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro sarà oggetto di un’attenta valutazione” da parte del governo, che dovrà tenere conto “anche della possibilità che di questa estensione beneficerebbero non solo i contribuenti che rientravano in quella fascia di retribuzione nel 2024, ma anche quelli che si troverebbero e si troveranno nella stessa fascia nei prossimi anni”.

Lo ha detto la sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, rispondendo oggi in Commissione Finanze alla Camera ad un’interrogazione presentata dal Movimento Cinque Stelle relativa agli effetti della Manovra 2025 sui redditi compresi tra gli 8.500 e i 9mila euro, i quali perderebbero nel 2025 il trattamento integrativo di 1.200 euro di cui godevano invece nel 2024.

“L’estensione del trattamento integrativo mediante una modifica dei suoi criteri di spettanza, pertanto, sarà esaminata nell’ambito di un processo mirato ad un maggior sostegno per i lavoratori a più basso reddito piuttosto che per compensare gli effetti di misure temporanee”, ha sottolineato Albano, che tornando sul tema dei contribuenti che perderebbero l’integrativo ha sottolineato come “ciò sarebbe dovuto alla circostanza che nel 2024 avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell’aliquota contributiva, che aveva conseguentemente portato ad aumentare i redditi imponibili Irpef. Cominciando a pagare le imposte, questi contribuenti avevano ricevuto anche il trattamento integrativo di 1.200 euro che in mancanza della decontribuzione non sarebbe spettato”.

Si tratta, ha concluso Albano, “di un numero assai limitato di soggetti e di una platea che normalmente cambia di composizione ogni anno per motivi legati a dinamiche reddituali e del mercato del lavoro come nuovi ingressi, aumento delle retribuizioni, maggiori o minori straordinari, maggiori o minori ore lavorate. I soggetti che rientrano in tale fascia di reddito non sono facilmente inquadrabili in una specifica categoria di contribuenti”. 

Fenu (M5S): “Governo ammette presa per il cuneo”

“Se per caso ce ne fosse stato ancora bisogno, il ministero dell’economia ha ammesso oggi alla Camera la presa per il cuneo di circa 15 milioni di lavoratori dipendenti, a cui la nuova versione del taglio del cuneo fiscale toglie soldi in busta paga. Rispondendo a una nostra interrogazione in Commissione finanze, il Mef per prima cosa ha ammesso il pasticcio dell’anno scorso, quando il taglio del cuneo era contributivo”. Lo comunica in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione Finanze della Camera.

“Questa decontribuzione, dice il ministero della riposta, ‘stava determinando gravi pregiudizi di lungo periodo nei conti finanziari della previdenza’. E già qui ci sarebbe da riflettere sull’efficacia della tanto sbandierata misura varata dal Governo Meloni nel 2023 e nel 2024 – dice Fenu – . Subito dopo, argomentando la trasformazione del taglio del cuneo da contributivo a fiscale nel 2025, il Mef aggiunge che ‘a sostanziale parità di risorse complessive non è stato possibile introdurre una clausola di salvaguardia che consentisse a ciascun contribuente di mantenere gli stessi benefici del 2024’. Insomma, il Mef non può far altro che ammettere, così come già emergeva nitidamente dalle simulazioni di Italia Oggi, del Sole 24 Ore, dei Caf e dei sindacati, che la maggior parte dei 15 milioni di lavoratori dipendenti non solo non avrà mezzo centesimo in più in busta paga nel 2025, come falsamente sbandierato da Governo e maggioranza, ma ci andrà a perdere. Così come nel passaggio finale della risposta, il Mef ammette che i contribuenti tra 8.500 e 9.000 euro di reddito annuo ci perderanno addirittura fino a 100 euro al mese. Il ministero prova a derubricare la cosa dicendo che quel gruppo di contribuenti è fluido e abbastanza esiguo. Circostanza che, sempre secondo via XX Settembre, ‘sarà oggetto di attenta valutazione’. Ma sì, con le buste paga tagliate, perdiamo pure tempo in attente valutazioni. Il M5S lo ripete: la ‘non ricattabile’ Presidente Meloni ha inflitto un ricatto intollerabile a milioni di italiani tagliando le loro buste paga e prendendoli per il cuneo. Si svegli una volta per tutte e corregga questa nefandezza se davvero lo vuole”. 

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