Riunione odierna del Cda sulla Ops del Montepaschi ritenuta "distruttiva di valore del Gruppo"
Mediobanca boccia l’offerta di Mps come “ostile, non concordata, e distruttiva“. Nella riunione odierna del Cda di Mediobanca ha esaminato l’Ops (Offerta pubblica di scambio) di Montepaschi e premettendo “che l’offerta non è stata concordata ed è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca sulla base dell’analisi del Comunicato il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ritiene l’offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca“.
La nota – diffusa da Piazzetta Cuccia alla fine della riunione – fa presente che Mediobanca “si esprimerà sull’offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge”.
Inoltre Mediobanca ritiene che l’Ops di Mps “non abbia valenza industriale pregiudicando l’identità e il profilo di business del Gruppo Mediobanca focalizzato su segmenti di attività a elevato valore aggiunto e con evidenti traiettorie di crescita”.
Come si muove il titolo
La Borsa di Milano si muove in rialzo dopo metà seduta, con il Ftse Mib che guadagna lo 0,72% a 36.453,27 punti. Dopo il cda di Mediobanca il titolo di Piazzetta Cuccia cede il 2,36% a 16,11 euro per azione, Monte Paschi Siena scivola dell’1,16% a 6,284 euro per azione, mentre Generali cede lo 0,63% a 30,06 euro per azione. Tra le banche rialzi per Unicredit (+1,76%) e Intesa Sanpaolo (+0,6%).
Bocche cucite nella sede di Mediobanca
Bocche cucite sinora all’uscita della sede di Mediobanca, dove si è svolto il cda di Piazzetta Cuccia che ha rigettato l’ Ops di Mps. Dal palazzo sono usciti a piedi i consiglieri del board di Mediobanca Vittorio Pignatti-Morano Campori, Marco Giorgino, Sandro Panizza. Bocche cucite alle domande dei tanti cronisti che erano in attesa nella celebre Piazzetta, dove ha sede il quartiere generale della banca, il cui cda è iniziato alle 10,30 e finito dopo circa 3 ore.
Analista Calì: “Mercato crede sempre meno nell’operazione”
“Come da copione è stata manifestata l’ostilità dei membri del Cda in merito all’offerta. Il punto chiave sottolineato è stato in riferimento alla compagine azionaria (Caltagirone/Delfin) presente nelle tre proprietà (Mediobanca MPS e Generali) che genererebbe ‘disomogeneità’ degli interessi, rispetto a tutti gli altri azionisti. Non sembra che ci siano stati molti commenti sulle sinergie, o meglio sulle non sinergie. Il titolo Mediobanca ha avuta una comprensibile flessione non contemplando più il premio proposto da Mps. Questo calo significa che il mercato crede sempre meno alla riuscita dell’operazione. Nulla di nuovo dunque, dichiarazione in linea con le attese della vigilanza. La partita potrebbe rimanere aperta solo se la politica si mettesse di mezzo“. Così a LaPresse l’analista finanziario Pietro Calì, interpellato dopo la nota seguita al cda che ha respingo l’Ops di Mps.
Mediobanca nella nota diffusa dopo il board evidenza che l’Ops di Mps “è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone che sono presenti: in Mediobanca, dove Delfin detiene il 20%4 e Caltagirone il 7%4 (sulla base dello stacco del dividendo di novembre 2024),in MPS, dove Delfin è il primo azionista privato con il 10%4, mentre Caltagirone detiene il 5%4 (oltre a detenere il 5% di Anima Holding che a sua volta possiede il 4% di MPS), in Ass. Generali, dove Delfin detiene il 10% e Caltagirone il 7%.
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