Ma gli esperti lanciano anche l'allarme sull'indipendenza della Sec dopo il debutto della memecoin del tycoon

A poche ore dal ritorno ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, l’attenzione del mondo dell’economia è alta sulle politiche del neo-presidente in materia di criptovalute. Azioni preannunciate da quello che a molti è sembrato un nuovo messaggio di apertura e sostegno al settore, ribadito dopo una campagna elettorale apertamente filo-cripto. Poche ore prima di tornare a Washington il tycoon ha lanciato la sua personale criptovaluta, la memecoin ‘Official Trump’, la cui quotazione è schizzata alle stelle, raggiungendo i 10 miliardi di capitalizzazione e gli oltre 50 dollari di valore. Martedì però la valuta è calata di oltre il 27%, scambiata sotto i 40 dollari, in una vera e propria altalena della sua quotazione. “Alla base della scelta di lanciare la sua valuta c’è un tema di guadagno economico, il suo in quanto proprietario di gran parte dell’asset”, sottolinea Rony Hamaui, docente di economia monetaria all’Università Cattolica di Milano, che in merito all’oscillazione dei prezzi di ‘Official Trump’ ricorda come l’investimento in questo tipo di strumenti “resta per chi compra un’attività molto a rischio, per la sua natura volatile e speculativa”. Il caso della valuta di Trump “riflette un meccanismo già visto tante volte: ho una visibilità e provo a sfruttarla, la mia cripto guadagnerà molto, e poi si vedrà sulla sua stabilità”, sottolinea Stefano Ferretti, docente di ‘Blockchain e Criptovalute’ all’Università di Bologna. Per Ferretti, di conseguenza “non è un caso che stia perdendo molto dopo l’inizio boom: la volatilità è una caratteristica strutturale delle criptovalute”.

Euforia sul mercato per possibili aiuti fiscali

L’euforia sul mercato delle cripto in questi giorni resta in ogni caso elevatissima, con il Bitcoin che ha ritoccato più volte verso l’alto il suo record storico. “I rialzi di questi giorni sono legati proprio all’attesa delle prime parole da presidente di Trump sul tema“, sottolinea Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, che sottolinea l’importanza della scelta di Paul Atkins alla guida della Sec (la Consob statunitense), ritenuta in linea con una deregolamentazione del settore “che non avverrà certo in un giorno, ma su cui possiamo attenderci azioni in futuro, così come sul tema della fiscalità, importante perché potrebbe attirare sempre più gli investitori”. Tutte le valute, digitali e non, hanno del resto bisogno “di uno Stato che le sorregga“, sottolinea inoltre Hamaui, per cui “avere un presidente Usa favorevole aiuterà senza dubbio il settore, che potrà avere alle spalle la credibilità di un’istituzione così importante“.

Allarme degli esperti per l’indipendenza della Sec

Diodovich però riporta anche i dubbi di una parte del settore delle criptovalute, per cui operazioni come quelle di Trump “potrebbero fare più male che bene allo sviluppo del settore”. Sullo sfondo, infatti, c’è la credibilità degli investimenti in valute digitali, elemento che chiama in causa proprio “l’indipendenza della Sec, e di conseguenza l’effettiva tutela dei risparmiatori, di chi vorrebbe investire su questi asset”, spiega Diodovich, che però sottolinea come il boom delle criptovalute stia avendo sempre più effetti sulle politiche delle banche. “Più la clientela chiede investimenti in criptovalute, più questi di conseguenza aumentano”, spiega il Senior Market Strategist di IG Italia, per cui di conseguenza “investire in criptovalute può essere anche una strategia di diversificazione degli investimenti“, soprattutto tenendo in conto il fatto che “in questo momento di boom delle quotazioni stare fuori da quel settore può essere anche considerato un limite“. Una regolazione sempre più favorevole alle criptovalute, “in particolare sul tema fiscale” sottolinea Hamaui, potrebbe dunque “portare a vederle sempre più presenti nei portafogli dei fondi d’investimento e delle banche”.

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