Governo verso decreto per riaprire per un mese termini concordato. Proposte di modifica su Irpef e bitcoin
Una valanga di emendamenti: 4.500 sono quelli presentati dai gruppi parlamentari in commissione Bilancio alla Camera alla Manovra. Finita la stagione degli emendamenti zero tentata lo scorso anno, 1.200 proposte di modifica sono arrivate anche dalla stessa maggioranza: 501 provengono da Forza Italia, 428 dalla Lega, 190 sono di Fratelli d’Italia e 142 vengono da Noi Moderati. Circa 3.300 sono quelli delle opposizioni, tra cui alcuni unitari: finanziamento alla sanità, congedi paritari e rifinanziamento del fondo automotive sono i temi su cui si sono ritrovate unite, con proposte emendative comuni.
Il lavoro è solo all’inizio ed è intenzione dello stesso governo ritoccare ancora il testo.
“In materia di imposte viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del governo – ha promesso la premier Giorgia Meloni incontrando i sindacati – intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo” ma “questo dipenderà dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo“. Tema che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri, con un decreto al primo punto dell’ordine del giorno del pre-consiglio sulla riapertura per un mese dei termini del concordato preventivo biennale. Il provvedimento, immediatamente operativo, dovrebbe poi confluire nel decreto fiscale.
Intanto, la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% e, contestualmente, l’allargamento ai redditi fino a 60mila euro, è uno degli emendamenti presentati da Forza Italia, che chiede anche di sopprimere la norma, da subito contestata da Antonio Tajani, che prevede un rappresentante del Mef nei collegi di revisione dei soggetti che ottengono contributi dallo Stato. Dalla Lega arriva l’annunciata richiesta di una marcia indietro sull’aumento della tassazione sulle criptovalute dal 26 al 42%.
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