L'associazione dei costruttori: "Si rischia la creazione di scheletri urbani"

Con lo stop al Superbonus “ci sono 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani“. E’ il monito che arriva dal palco dell’Assemblea di Ance, dalla presidente Federica Brancaccio, che intravede all’orizzonte “gravi ripercussioni economiche e sociali sulla vita di cittadini e imprese”.

“Pensiamo a cosa accadrebbe – dice infatti Brancaccio – se i contratti che regolano vita e lavoro di ognuno di noi potessero essere stravolti in continuazione senza il nostro assenso: dormiremmo sonni tranquilli?”. Il 110% “è il grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni”, colpito con “toni aspri e talvolta poco istituzionali, che hanno evidenziato solo gli aspetti negativi di una misura che nel biennio 2021-2022 ha consentito all’Italia – ricorda la presidente – di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina (+12,3 Pil contro il loro +11,3)”.

Il tutto accaduto forze ad un prezzo “troppo alto e con grandi sprechi che però potevano essere evitati se fossimo stati ascoltati”, visto che l’Ance ha chiesto “fin da subito regole per impedire alle imprese non qualificate l’accesso alle risorse” e si è fatto fautore “di un sistema di controlli, pesantissimo per le imprese, però necessario a ridurre al massimo le frodi”.

Non a caso – continua Brancaccio – il numero maggiore di irregolarità riguarda i bonus per i quali questi controlli non erano obbligatori“. Il resto è storia recente di “continui interventi legislativi che hanno portato a un guazzabuglio normativo, per giunta retroattivo, e siamo ancora in attesa di capire come andrà a finire per i contratti già stipulati”, dice ancora la presidente. In ogni caso, imprese e governo non sono “ultrà di squadre diverse”: i costruttori hanno sempre provato “a cercare un dialogo per soluzioni condivise, a capire lo sforzo che il governo ha dovuto fare per riportare i conti sotto controllo”. Adesso però “chiudiamo i conti con il passato”.

Conti pubblici, Ance: “Per tenerli in ordine fallite migliaia di imprese”

“Dagli anni 2000 in poi è arrivata la paura del futuro. Ci siamo convinti che l’unica strada possibile da percorrere per il futuro fosse quella dei tagli: tagli alla sanità, tagli all’istruzione, tagli alle infrastrutture, all’assistenza. Senza una scelta sulle priorità e sulle spese da salvaguardare. Tagli lineari e via”, ha affermato inoltre Brancaccio, affermando che si è arrivati “perfino al blocco strumentale del pagamento dei lavori. Per tenere i conti in ordine si sono fatte fallire migliaia di imprese“. E a farne le spese sono stati tutti: “Pubblica amministrazione indebolita e demotivata, servizi più scadenti, arretramento del Paese. Siamo andati avanti così per oltre un decennio”.

Casa, Ance: “In 10 anni 660mila appartamenti trasformati in B&B”

“Negli ultimi dieci anni le case in affitto sono pressoché scomparse in quasi tutte le grandi città. Dopo anni di assenza di politiche capaci di valorizzare la proprietà immobiliare, tanti proprietari hanno deciso di approfittare degli affitti brevi: almeno 660mila appartamenti – più di tutte le abitazioni di Milano – sono spariti dal mercato delle locazioni tradizionali, al quale si rivolgono per lo più i giovani e le fasce meno abbienti”. E’ l’allarme che arriva dal palco dell’Assemblea di Ance, dalla presidente Federica Brancaccio, che ammonisce: “Stiamo trasformando tutti i nostri centri storici in alberghi diffusi, i cittadini in ospiti, con tutto quello che comporta in termini di perdita di identità. Le città vanno abitate altrimenti diventano non luoghi”.

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