Presidio sindacati al Mimit domani

Tim nel mirino delle vendite allo scoperto, con una scommessa ribassista record da quasi 1 miliardo sulle azioni della telco. Lo sostiene il Financial Times, secondo cui “i venditori allo scoperto hanno accumulato una scommessa record di quasi 1 miliardo sulle azioni Telecom, mentre l’amministratore delegato Pietro Labriola cerca il sostegno degli investitori per una vendita di asset per tagliare il debito”. Secondo il quotidiano britannico i dati di S&P Global indicano che un quinto delle azioni della società – per un totale di 930 milioni di euro – è preso di mira da venditori allo scoperto, che in genere prendono in prestito azioni per venderle, riacquistandole successivamente per trarre profitto da un ribasso. Il 19,33% delle azioni Telecom Italia in prestito a partire da mercoledì è la percentuale più alta dal 2005.L’azione Tim nel giorno delle rivelazioni del Ft ha chiuso a Piazza Affari con un pesante ribasso negli ultimi minuti di contrattazioni, in calo del 4,03%. Insomma forti vendite di nuovo, a non molti giorni dal crollo del titolo nelle ore della presentazione da parte del ceo Pietro Labriola alla comunità finanziaria del piano di Tim post cessione della Rete a Kkr, un business plan che vuole tagliare il debito da 20 miliardi.

E in vista nell’assemblea degli azionisti di Tim (fra cui il socio principale Vivendi) del 23 aprile per il rinnovo del board si profila battaglia. Il fondo Merlyn, che detiene lo 0,53% del capitale, ha proposto un nuovo piano alternativo che fa discutere e su cui c’è attesa anche degli analisti di ulteriori informazioni.I sindacati non stanno a guardare. Domani, venerdì 22 marzo, a partire dalle ore 10 le lavoratrici e i lavoratori di Tim saranno in presidio sotto il ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere al Governo di convocare il tavolo di confronto. “Con la presentazione del piano alternativo del fondo Merlyn, che prevede un ulteriore spezzettamento dell’azienda, ormai è chiaro il rischio che la vicenda possa diventare una mera questione finanziaria, con evidenti risvolti negativi sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori”, dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale della Slc Riccardo Saccone. Preoccupata la Uilcom: “Noi vogliamo chiarezza sulla sostenibilità del progetto, garanzie sui livelli occupazionali e sulla difesa dei perimetri aziendali.Pretendiamo di essere messi nelle condizioni di avere le dovute risposte. Non accetteremo operazioni di smembramento alla cieca perché significherebbe compromettere il futuro delle persone. Martedì 26 marzo in concomitanza con l’incontro sugli appalti delle attività di call center la nostra organizzazione sarà presente anche fuori dal MiMit con un sit-in per evidenziare, con forza, il diritto di chiarezza a cominciare dal Governo che deve garantire una reale prospettiva industriale e non può continuare a fare finta di non essere stato, fino ad oggi, d’accordo sul progetto di scorporo della rete e di conseguenza nell’avere dato parere favorevole alla separazione dell’azienda”. Per Uilcom “è in gioco il futuro di migliaia di posti di lavoro e davanti alle non risposte siamo pronti a chiamare le lavoratrici e lavoratori alla mobilitazione”.Intanto, prosegue il road show con gli investitori del ceo Labriola.Dopo le tappe di Milano e Londra, l’ad sarà presente ad alcuni incontri virtuali con investitori statunitensi in questi giorni.Lunedì prossimo sarà a Parigi a un incontro organizzato da Oddo. 

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