Bankitalia calcola una crescita di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente

Lo scorso settembre il Debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.844,2 miliardi. Il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (25,1 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (21,3 miliardi, a 31,9). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio è stato sostanzialmente nullo. Lo rende noto la Banca d’Italia nella pubblicazione statistica ‘Finanza pubblica: fabbisogno e Debito’.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il Debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il Debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile. La vita media residua del Debito – immutata rispetto al mese precedente – è rimasta stabile a 7,7 anni. La quota del Debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 25,0 per cento (dal 25,1 per cento del mese precedente), mentre ad agosto (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) si sono collocate rispettivamente al 26,9 e al 12,4 per cento. 

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