I dati di Federmoda-Confcommercio. Pesa l'inflazione. Cali soprattutto nelle piccole province
“Il 49-50% dei negozi attualmente registra vendite minori rispetto ai saldi estivi dello scorso anno, il 39% registra vendite in crescita e l’11% vede un risultato sostanzialmente stabile”. Per Giulio Felloni, presidente di Federmoda-Confcommercio, non è certo positivo l’andamento dei saldi estivi, a circa un mese dal loro avvio lo scorso 6 luglio. Dati confermati, lato compratori, da Mauro Antonelli dell’Ufficio studi dell’Unione Nazionale Consumatori. “Dalle nostre prime verifiche possiamo dire che sono partiti male, diciamo in sordina”, sottolinea Antonelli. “Non ci sono state particolari code nei negozi al momento dell’avvio dei saldi, nè abbiamo visto ‘recuperi’ nei giorni successivi”, aggiunge.
Pesa l’inflazione
A pesare sugli acquisti delle famiglie, come preventivabile, è l’elevata inflazione degli scorsi mesi. “Sono aumentate, a causa di elementi come bollette dell’energia insostenibili, le cosiddette ‘spese obbligate'”, puntualizza Antonelli, “con quelle non obbligate che ne risentono, logicamente”. Una dinamica “non semplice”, commenta amaro Felloni, che di questo ha parlato anche al tavolo svoltosi a Roma con il ministro Urso, dove ha chiesto “una strategia di filiera e sostegni per il comparto moda”.
Cali soprattutto nelle piccole province
Tornando ai dati sulle vendite, ci sono differenze marcate su base territoriale. Si registrano infatti numeri positivi “soprattutto per gli esercenti attivi in località turistiche, penso alle città d’arte o alle località marittime, meno nelle altre”, sottolinea Felloni. Concorda Furio Truzzi di Assoutenti, per il quale da un lato si assiste a un andamento “coerente rispetto a quello dello scorso anno” per quanto riguarda le grandi città, soprattutto grazie all’impatto dei turisti stranieri, mentre è nelle piccole province che si registra un importante calo delle vendite, “con un segno negativo di circa il -10%“.
Sempre più spazio per l’e-commerce
Anche per Truzzi è nei rincari che vanno cercate le cause della diminuzione degli acquisti. “Si compra meno e si tende a concentrare le spese verso beni indispensabili, rinunciando a rinnovare il guardaroba in attesa di tempi migliori”, sottolinea, mentre intanto “l’e-commerce guadagna sempre più spazio”, grazie alla possibilità di approfittare on line e tutto l’anno di sconti e promozioni. Un elemento che “incide e inciderà sempre di più” in futuro sui ‘saldi‘ tradizionali, conclude Truzzi, che stanno perdendo “quella attrattiva che un tempo invece permetteva picchi di vendita più sostanziosi”.
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