A pesare il peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale

A luglio cala la fiducia dei consumatori, mentre sale quella delle imprese. L’indice del clima di fiducia dei consumatori è diminuito il mese scorso passando da 108,6 a 106,7 punti pur mantenendosi sopra il livello medio del periodo gennaio-giugno 2023. Pesa il “deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale (ivi comprese le attese sulla disoccupazione) e delle attese sulla situazione economica personale”. A deteriorarsi sono tutte le serie componenti l’indice, fatta eccezione per i giudizi sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale. Il clima economico e il clima futuro calano, rispettivamente, da 127,6 a 123,4 punti e da 118,4 a 115,0 punti, mentre il clima personale e quello corrente diminuiscono in modo più contenuto, rispettivamente da 102,2 a 101,1 punti e da 102,0 a 101,0 punti. E l’Unione nazionale consumatori punta il dito contro il caro-vacanze.

“Se a giugno la fiducia era esplosa, grazie all’arrivo dell’estate, l’imminenza delle vacanze e la voglia di andare in ferie, a luglio gli italiani sono già tornati alla dura realtà, costretti a fare i conti con i prezzi diventati astronomici, a cominciare da quelli del trasporto aereo passeggeri decollati in un solo mese del 10,9%, +23,5% rispetto allo scorso anno”, afferma il Massimiliano Dona. Dello stesso avviso il Codacons, secondo cui “sull’umore dei consumatori pesano soprattutto i rincari estivi”.

Il ministro Urso: “Siamo sulla strada giusta”

Recupera invece parzialmente i cali dei due mesi precedenti, l’indice di fiducia delle imprese salendo da 108,2 a 109,1 punti. I dati indicano che “siamo sulla strada giusta”, afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ricordando come “in altri Paesi europei assistiamo invece a una inversione di tendenza sulle aspettative legate alle prospettive dell’industria”. A determinare la crescita dell’indicatore sono in particolare il comparto dei servizi e quello delle costruzioni anche se tutti i comparti registrano un miglioramento fatta eccezione per il manifatturiero. Più in dettaglio, l’indice di fiducia sale nei servizi di mercato (da 103,7 a 105,6), nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 111,2) e, soprattutto, nelle costruzioni (da 162,5 a 166,5). Nel comparto manifatturiero l’indice è invece in ripiegamento (da 100,2 a 99,3). In particolare, peggiorano i giudizi sugli ordini e aumentano le attese sul livello della produzione, mentre le scorte rimangono sostanzialmente stabili, sottolinea l’Istat. Nei servizi di mercato e nelle costruzioni tutte le componenti sono orientate all’ottimismo, mentre nel commercio al dettaglio giudizi favorevoli sulle vendite si associano ad un aumento del saldo delle opinioni sulle scorte e ad una diminuzione delle attese sulle vendite.

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