Rallenta l'indice dei prezzi, al livello più basso negli ultimi due anni. Ma resta alta la componente 'core' e la Fed potrebbe alzare nuovamente i tassi
Rallenta l’inflazione negli Stati Uniti. L’indice dei prezzi al consumo negli Usa è cresciuto dello 0,1% mensile a maggio e del 4% annuo. Lo comunica il Bureau of Labor Statistics statunitense. L’indice ‘core’, che comprende tutte le voci meno cibo ed energia, è aumentato invece dello 0,4% a maggio, come avvenuto ad aprile e marzo. La spesa per alloggi è stata quella che ha contribuito maggiormente all’aumento mensile dell’indice complessivo. L’indice dei prodotti alimentari è invece aumentato dello 0,2% a maggio, dopo essere rimasto invariato nei due mesi precedenti. I prezzi dei beni energetici, invece, sono scesi del 3,6% a maggio, a causa del calo degli indici delle principali componenti. Il dato segna il livello più basso dell’inflazione negli ultimi due anni, e arriva poco prima della nuova decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve: la banca centrale dovrà decidere se rallentare anche il ritmo dei rialzi del costo del denaro.
Fed verso rialzo dei tassi
Secondo gli analisti, però, il calo dell’inflazione complessiva non convincerà i responsabili politici della Federal Reserve di essere vicini a contenere l’alta inflazione che attanaglia la nazione da due anni: alcune misure delle pressioni sottostanti sui prezzi, infatti sono rimaste elevate.
Il calo dei prezzi è stato determinato dal crollo dei prezzi del gas, da aumenti più contenuti dei prezzi dei generi alimentari e di altre voci. Tuttavia la Fed tende a concentrarsi maggiormente sui prezzi “core”, che escludono i costi volatili dei generi alimentari e dell’energia e forniscono generalmente una visione più chiara dell’inflazione. Il mese scorso i prezzi “core” sono rimasti elevati, con un aumento dello 0,4% da aprile a maggio, il sesto mese consecutivo di aumenti di questo livello o superiore. Rispetto a un anno fa, l’inflazione core è scesa al 5,3% dal 5,5%. Questo dato è ancora molto al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2%. I dati sull’inflazione di martedì arrivano proprio mentre i funzionari della Fed iniziano una riunione cruciale di due giorni, al termine della quale si prevede che lasceranno inalterati i tassi di interesse dopo aver imposto 10 rialzi consecutivi dei tassi a partire dal marzo 2022. Mercoledì la banca centrale annuncerà probabilmente di aver saltato un rialzo dei tassi, ma potrebbe accennare alla possibilità di riprendere ad alzarli già a luglio. I vertici della Fed hanno dichiarato di essere orientati verso un cosiddetto “salto” per avere il tempo di valutare l’impatto dei rialzi dei tassi sull’inflazione e sull’economia generale.
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