Lo afferma S&P global flash Pmi sull'Eurozona

Economia dell’Eurzona in allerta: “Considerato il calo maggiore della produzione e il peggioramento della domanda osservato ad ottobre – rileva Chris Williamson, chief business economist presso S&P Global market intelligence – l’economia dell’eurozona pare sia destinata a contrarsi durante il quarto trimestre, aggiungendo speculazioni di una sempre più inevitabile recessione. Malgrado il flash Pmi di ottobre sia rimasto coerente col crollo modesto del Pil dello 0,2%, la domanda è calata notevolmente e le aziende hanno espresso una crescente preoccupazione sul livello elevato delle giacenze e le vendite più basse rispetto alle aspettative, soprattutto con l’approssimarsi dell’inverno. I rischi sono quindi rivolti ad un ribasso destinato ad accelerare verso la fine dell’anno – continua – se l’aumento del costo della vita resta la causa principale del rallentamento economico, la crisi energetica dell’eurozona rimane la preoccupazione principale e un freno per l’attività, specialmente nei settori ad alta intensità energetica. La pressione sui prezzi è rimasta nel frattempo ostinatamente elevata, visto che l’aumento dei costi energetici e del personale e l’indebolimento dell’euro controbilanciano qualsiasi abbassamento di prezzo dei beni legato al miglioramento della condizioni della fornitura. L’alto valore degli indicatori dei prezzi dell’indagine pertanto costringerà la Bce a rafforzare ulteriormente la politica monetaria nei prossimi mesi, nonostante il crescente rischio di recessione. Ma è probabile che alcuni responsabili delle politiche monetarie considerino con sempre più a disagio gli effetti economici di un inasprimento troppo aggressivo delle politiche per contrastare altre difficoltà economiche

Ad inizio del quarto trimestre, l’economia dell’eurozona è scivolata in una contrazione maggiore, al tasso di declino più rapido da aprile 2013, ad esclusione dei periodi di chiusura pandemica”. Lo afferma S&P global flash Pmi sull’Eurozona. In particolare il settore manifatturiero e settori ad alta intensità energetica hanno “riportato la perdita di produzione più elevata, ma anche l’attività terziaria ha continuato a ridursi ad un tasso accelerato a causa dell’attuale crisi del costo della vita e le generali incertezze sull’economia”.

A guidare questa contrazione è stato “il manifatturiero, i cui livelli produttivi sono diminuiti per il quinto mese e ad un tasso di ribasso mai visto da luglio 2012, ad eccezione del periodo pandemico. Anche l’attività terziaria è crollata e per il terzo mese consecutivo, segnando un valore di contrazione mai visto da maggio 2013, escludendo di nuovo i periodi di chiusure per pandemia”. La crescita si è “limitata al settore tecnologico e alle aziende di servizi farmaceutici e biotecnologia. Le contrazioni maggiori sono state registrate nelle aziende legate alle materie plastiche e prodotti chimici e delle materie prime, settori che spesso hanno rispecchiato dipendenze energetiche elevate”.

L’indice destagionalizzato S&P global Pmi composito della produzione dell’Eurozona di ottobre è diminuito da 48.1 di settembre a 47.1 di ottobre: “ad esclusione dei periodi di chiusura pandemica, quest’ultima lettura è stata la più bassa da aprile 2013“. Salgono così “a quattro i mesi consecutivi in cui l’indice Pmi registra un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, segnalando una contrazione. Il tasso di declino è accelerato nel corso del mese ed è stato il più rapido da novembre 2020”.

La Germania ha registrato la contrazione economica più elevata mentre in Francia la crescita è andata quasi in stallo.

 

 

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