I motivi dell'attuale aumento dei prezzi: carenza di materie prime per la produzione di beni elettronici e la guerra in Ucraina

Nelle ultime settimane e mesi, una parola è al centro delle paure di tutti in merito all’andamento dell’economia: inflazione. Ma di cosa si tratta nello specifico? In parole semplici, si tratta del rialzo generale dei prezzi dei beni di consumo, in un dato periodo di tempo.

Questo rialzo può essere dovuto a diverse cause. In questo momento in particolare, il motivo può essere cercato nella carenza di materie prime necessaria alla produzione di beni elettronici, che ne hanno spinto a rialzo i prezzi, ma soprattutto alla guerra russa in Ucraina, che ha portato all’aumento dei prezzi dell’energia. E dunque, a cascata, di quasi tutti gli altri beni, che proprio di quell’energia hanno bisogno per essere prodotti.

Facendo un esempio, se il prezzo della bolletta della luce di un fornaio raddoppia, questo costo verrà poi scaricato al momento della vendita del pane sul mercato. Il consumatore finale vedrà questo rincaro sulla sua disponibilità economica, ovvero sul suo potere d’acquisto. L’inflazione lo riduce, perché a parità di stipendio (poniamo mille euro al mese) la stessa somma permetterà di acquistare meno beni, dato che questi sono diventati più costosi. Tornando all’esempio di prima, con gli stessi soldi il consumatore comprerà meno pane rispetto a prima. Per questo c’è chi definisce l’inflazione una “tassa occulta”, dato che riduce le risorse a disposizione.

 (AP Photo/Hassene Dridi)

Inflazione, a settembre +8,9%: record dal 1983

Va poi specificato che l’inflazione non si calcola su tutti i beni (sarebbe impossibile), ma solo su alcuni di essi, ritenuti quelli di maggior consumo a livello sociale, quindi a prescindere dai diversi comportamenti e dalle diverse preferenze delle persone. Questi beni sono ritenuti meritevoli di essere inseriti in quello che viene definito “paniere”, e che contiene beni di uso quotidiano (alimentari, carburanti), beni durevoli (elettrodomestici, smartphone), ma anche servizi (affitti, spese per l’istruzione). E’ sulla crescita o sulla diminuzione della somma necessaria a comprare i beni contenuti in questo “paniere” che si calcola la crescita dei prezzi (inflazione) o la sua diminuzione (deflazione).

Come detto, l’inflazione si calcola in riferimento all’aumento nel tempo dei prezzi. Solitamente, ha importanza notare le variazioni di breve periodo (mensili o trimestrali) che riflettono i cambiamenti repentini dei prezzi di alcuni beni, ma anche quelle annuali, che invece mostrano l’evoluzione di più lungo periodo e implicano valutazioni rigorose da parte delle istituzioni finanziarie.

È da sottolineare infine come l’inflazione abbia effetti sui rapporti di debito e credito: infatti, chi ha un credito in un contesto di inflazione lo vedrà ridurre in termini reali, dato che la somma che ha prestato potrà comprare meno beni di prima. Viceversa, per chi ha un debito è l’opposto. Si tratta di un tema importante ad esempio chi ha acceso un mutuo per comprare casa: in un contesto di crescita dell’inflazione, l’acquirente guadagnerà se il mutuo è a tasso fisso, mentre se il mutuo è a tasso variabile l’effetto sul suo reddito rischia di essere molto pesante.

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