Violento calo al termine dell'ultima giornata di ontrattazioni prima delle elezioni politiche italiane
L’incertezza politica legata al voto italiano di domenica affossa Piazza Affari. A due giorni dalle urne, la Borsa di Milano chiude l’ultima giornata settimanale di contrattazioni in netto calo, con il Ftse Mib che lascia sul terreno il 3,36%. Sull’andamento negativo della Borsa milanese pesano però non solo i dubbi su ciò che accadrà in seguito alla competizione elettorale, ma anche il contesto economico e quello geopolitico internazionale.
Come ricordato dal commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, l’allarme recessione incombe, in particolare su Stati Uniti ed Unione Europea. I numerosi rialzi dei tassi d’interesse varati negli scorsi giorni dalle banche centrali negli Stati Uniti e nel Regno Unito, in Svizzera e in Norvegia, insieme a quelli già previsti nel prossimo futuro dalla Bce, mostrano infatti che il raffreddamento dell’attività economica – finalizzato a garantire la stabilità dei prezzi – sarà la priorità futura delle istituzioni di politica monetaria. Anche a costo di bruschi stop alla crescita economica.
Una volontà che ha riflessi immediati sui titoli petroliferi quotati a Milano, che trainano il ribasso di Piazza Affari, con Tenaris ed Eni a segnare le peggiori performance di giornata. E crollano anche i prezzi sui mercati internazionali. I futures petroliferi al West Texas Intermediate sono scesi sotto gli 80 dollari, come non avveniva dallo scorso gennaio, quelli del Brent segnano anch’essi un netto calo. Il rallentamento globale dell’economia ha effetto anche sul prezzo del gas all’hub di riferimento di Amsterdam, che scende nonostante le incertezze legate al proseguimento della guerra in Ucraina e alle future mosse di politica energetica russa.
L’allarme recessione incide in ogni caso sulle performance degli indici azionari di tutta Europa. Francoforte cede l’1,98%, Parigi il 2,28%, Madrid il 2,41%. Giù anche Londra, in calo del 2,01% nel giorno in cui il nuovo governo guidato da Liz Truss annuncia il più ampio taglio delle imposte da decenni a questa parte.
E pure guardando oltreoceano la musica non cambia. L’indice Dow Jones a Wall Street, in forte calo, si attesta sui minimi da giugno. Riflettendo ormai pienamente nelle contrattazioni l’assunzione che la Fed non cambierà il suo atteggiamento aggressivo sui tassi, finalizzato a raggiungere il più presto possibile il ritorno alla stabilità dei prezzi. A rischio però di aggravare la recessione in arrivo.
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