Per Bruxelles il cosiddetto prestito ponte ha conferito ad Alitalia "un vantaggio economico sleale rispetto ai suoi concorrenti"

I 900 milioni di prestito concessi ad Alitalia nel 2017 sono aiuti di Stati illegali. L’Italia quindi deve attivarsi per recuperarli maggiorati degli interessi. E la nuova compagnia Ita non è tenuta a rimborsarli. Così ha deciso la Commissione europea, ufficializzandolo in un comunicato, e spiegando che “resta aperta l’indagine Ue per valutare la conformità alle norme comunitarie dell’ulteriore prestito ponte di 400 milioni concesso alla compagnia nel 2019”.

Per Bruxelles il cosiddetto prestito ponte ha conferito ad Alitalia “un vantaggio economico sleale rispetto ai suoi concorrenti configurandosi pertanto come aiuti di Stato incompatibili. L’Italia deve pertanto recuperare presso Alitalia l’aiuto di Stato illegale”.

A questo punto per la Commissione europea “gli apporti di capitale dell’Italia di 1,35 miliardi di euro nella nuova società sono in linea con le condizioni di mercato e pertanto non costituiscono aiuti di Stato ai sensi delle norme dell’Ue”. Un punto nodale, questo, nel passaggio tra Alitalia e la nuova compagnia aerea Ita, in cui la parola chiave è “discontinuità”. Soprattutto in vista dell’avvio della nuova compagnia aerea a ottobre. Secondo Bruxelles infatti “Ita non è il successore economico della ex compagnia di bandiera italiana” e “sulla base del piano dell’Italia relativo alla nuova compagnia e delle condizioni alle quali determinate attività saranno trasferite da Alitalia a ITA, vi è una discontinuità economica tra Alitalia e ITA. Di conseguenza, ITA non sarà responsabile dei 900 milioni di euro, maggiorati degli interessi, che Alitalia dovrà rimborsare all’Italia”.

“Per quanto riguarda l’aviazione – ha stabilito la Commissione europea – Ita avrà un perimetro di attività notevolmente ridotto. Opererà meno della metà della flotta di aeromobili di Alitalia. Si concentrerà sulle rotte redditizie e ridurrà quelle in perdita. L’Italia si è inoltre impegnata a utilizzare solo un numero di slot di decollo e atterraggio di Alitalia commisurato alla sua capacità di volo”. “Ita potrà rilevare solo parti limitate delle attività di movimentazione e manutenzione di Alitalia. Queste attività saranno vendute mediante gare d’appalto aperte, trasparenti, non discriminatorie e incondizionate”. In particolare, la nuova società “potrà concorrere solo per una quota di maggioranza nelle attività di assistenza a terra presso l’aeroporto di Roma Fiumicino e potrà concorrere solo per una quota di minoranza nel ramo d’azienda manutenzione di Alitalia”.

Poi c’è il tema chiave del brand. “Il marchio Alitalia – dice Bruxelles – sarà venduto con una gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata al miglior offerente. Ita potrà presentare un’offerta in concorrenza con altri offerenti”. Il programma fedeltà MilleMiglia di Alitalia non potrà andare alla nuova compagnia: “sarà venduto con una gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata, alla quale Ita non potrà partecipare. Questo per evitare trasferimenti diretti di clienti tra le due società”. E ancora, “Ita non si farà inoltre carico dei biglietti prepagati che i passeggeri hanno già acquistato da Alitalia. Per evitare un impatto negativo sui passeggeri e garantirne la protezione, l’Italia ha accettato di rimborsare i biglietti prepagati che Alitalia non avrà onorato al momento della cessazione delle sue attività”.

Il Cdm intanto giovedì ha approvato una norma che “adegua le procedure di cessione già delineate dal legislatore alle sopravvenute esigenze connesse ai tempi di adozione della decisione europea della vicenda Alitalia”. Per la responsabile Ue della concorrenza, Margrethe Vestager “una volta che Ita decolla, spetta all’Italia e al management di Ita sfruttare questa opportunità una volta per tutte”.

Anche la questione spinosa delle assunzioni degli ex lavoratori Alitalia è stata affrontata nella decisione Ue, giunta proprio nelle ore della manifestazione indetta dai sindacati: “rispetto ad Alitalia, Ita sarà caratterizzata da una struttura dei costi più sostenibile, in termini di flotta e di contratto di lavoro” e “assumerà un numero notevolmente ridotto di personale proveniente dal mercato, Alitalia compresa, ma con un nuovo contratto di lavoro conforme alle condizioni del mercato”. E proprio in seguito alla mobilitazione i sindacati hanno incontrato la Vice Ministro Laura Castelli. “Il MEF si è attivato per avviare due tavoli di confronto distinti ma paralleli presso Ita e presso il Ministero Lavoro che si terranno a partire dai primi giorni della prossima settimana”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uglta. Castelli dal canto suo ha comunicato l’impegno “ad assicurare a tutti dipendenti un percorso di politiche attive” e di avere “ricevuto rassicurazioni da Ita sul fatto che, nei prossimi giorni, convocherà nuovamente i sindacati, sulla base dei testi distribuiti, per proseguire le interlocuzioni relative all’assunzione del nuovo personale”. E ha anche fatto sapere: “Ho sentito poco fa il Ministro Orlando sul tema delle politiche attive e degli ammortizzatori sociali per i dipendenti Alitalia”.

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