L'indice Ftse Mib segna un progresso dell'1,57% a 16.197,78 punti

Piazza Affari archivia con il segno più una nuova seduta caratterizzata da spiccata volatilità. In chiusura l'indice Ftse Mib segna un progresso dell'1,57% a 16.197,78 punti. Il post-Brexit continua a tenere banco tra gli operatori con il Fmi che oggi ha avvertito come l'incertezza generata dal voto britannico di giovedì scorso peserà sulle prospettive di crescita soprattutto in Gran Bretagna, ma con riflessi anche in Europa e sull'economia globale. Segnali confortanti dall'asta Btp. Il Ministero dell'economia ha collocato 2,5 miliardi di Btp a 10 anni a un rendimento lordo dell'1,35%, 7 punti base in meno rispetto all'asta precedente. Messi sul mercato anche Btp a 5 anni che hanno visto il rendimento scendere al nuovo minimo storico dello 0,33% (anche in questo caso ne sono stati assegnati 2,5 miliardi e il rendimento ha registrato un calo di 7 punti base).

Ancora una seduta fortemente volatile per il settore bancario con diverse sospensioni al ribasso nella prima parte di giornata complice ancora l'eco delle parole di Angela Merkel. La cancelliera tedesca ieri ha escluso la possibilità di concedere una maggiore flessibilità ad alcuni Paesi e cambiare le regole sul settore bancario in Italia come conseguenza della Brexit. Forte recupero nel corso della seduta per Unicredit (close a +2,28% a 1,97 euro), che nel pomeriggio ha ufficializzato la scelta di Jean Pierre Mustier per il ruolo di amministratore delegato. Il consiglio di amministrazione dell'istituto di piazza Gae Aulenti ha cooptato Mustier approvando ad unanimità che, a partire dal prossimo 12 luglio, lo stesso assumerà la carica di amministratore delegato, in sostituzione di Federico Ghizzoni. Mustier dovrà subito affrontare il delicato nodo di una nuova ricapitalizzazione che potrebbe superare i 5 miliardi. Negli ultimi tre mesi il titolo ha più che dimezzato il proprio valore passando dai 4 euro di fine marzo agli 1,97 euro attuali.
Tra le altre banche, si son mosse in ribasso Mps (-2,44%) e Ubi Banca (-1,04%).

Seduta difficile per Luxottica (-4,4%), che ha aggiornato i minimi dal 2014. La debole crescita organica del secondo trimestre, stimata a circa l'1,6%, dovrebbe sostanzialmente confermare il quadro emerso nei primi tre mesi dell'anno, quando il giro d'affari del gruppo veneto era cresciuto del +1,8%. Molto male anche Mediaset (-3,27%) che paga la bocciatura arrivata da Bank of America Merrill Lynch, che ha tagliato il rating del gruppo media milanese a "neutral" contro il precedente "buy".

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