L'indice Ftse Mib in ribasso dell'1,34% a 17.498,88 punti

Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso aumentando le perdite nel pomeriggio dopo la pubblicazione del dato sull'inflazione statunitense, che ad aprile ha mostrato una crescita dell'1,1% su base annua (+0,4% rispetto al mese precedente), il ritmo più elevato degli ultimi tre anni. La lettura dell'nflazione potrebbe spingere la Federal Reserve ad agire più rapidamente sui tassi d'interesse. La produzione industriale americana di aprile ha segnato un progresso dello 0,7%, oltre le attese che indicavano un aumento più contenuto dello 0,3%. È tornato di stretta attualità il dossier Grecia, con l'Eurogruppo che si riunirà martedì 24 maggio. In questa data i ministri delle Finanze del Vecchio Continente dovrebbero trovare la quadra per sbloccare la tranche di aiuti e un'intesa sull'alleggerimento del debito ellenico. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con una ribasso dell'1,34% a 17.498,88 punti. Tonfo di Banco Popolare (-6,56% a 4,302 euro) e Bpm (-5,48% a 0,5085 euro) all'indomani della presentazione del piano industriale 2016-2019. Ma nel comparto bancario le vendite hanno colpito anche Unicredit (-1,95% a 2,814 euro) e Popolare dell'Emilia Romagna (-1,37% a 4,31 euro). Telecom Italia ha tirato il freno archiviando la seduta con una discesa del 2,69% a 0,849 euro.

Seduta da dimenticare per Fca (-6,67% a 6,295 euro)in scia ad un report di Exane che ha accentuato i timori su una possibile frenata del mercato automobilistico statunitense. Le vendite hanno colpito anche la controllante Exor, che ha perso il 2,82% a 30,37 euro. La maglia rosa è stata invece indossata da Mediaset (+3,02% a 3,82 euro), che ha sfruttato alcuni giudizi positivi da parte delle case d'affari: in particolare Mediobanca ha confermato il giudizio outperform sul titolo del Biscione, mentre ha Berenberg ha ribadito il giudizio d'cquisto.

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