"Una Bce indipendente è necessaria per il futuro" ha sottolineato il presidente della Bundesbank

"Da quando esiste l'Unione monetaria le regole del patto di stabilità e crescita sono state violate da alcuni Stati, fra i quali anche l'Italia". Lo ha detto Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, intervenendo all'ambasciata tedesca a Roma.  "Con la situazione attuale, possiamo mantenerci domani?" ha domandato retoricamente Jens Weidmann, il presidente della Banca centrale tedesca, intervenendo all'ambasciata tedesca a Roma. "Per tutti questi motivi, in tanti mesi, mi sono espresso per una banca indipendente", ha spiegato il banchiere centrale. La Bce, secondo Weidmann, dovrebbe "essere anche più indipendente di quanto lo sia la Bundesbank".

 E' "un percorso sbagliato" condividere i rischi economici fra gli Stati che hanno adottato l'euro e non porterebbe ad incentivi per rispettare le regole" ha sottolineato. Weidmann boccia quindi la proposta avanzata in più occasioni dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, definito "troppo ottimista" dal collega tedesco. La condivisione dei rischi, per Weidmann, si potrebbe attuare soltanto con un forte meccanismo di controllo.
 

EUROZONA. "Una ampia condivisione delle responsabilità tra gli Stati dell'Eurozona senza il corrispettivo meccanismo di controllo comune rappresenterebbe invece un percorso sbagliato. Poiché ciò rafforzerebbe la tendenza presente in una unione monetaria ad accumulare debiti piuttosto che frenarla. Questo è un punto sul quale ad esempio Pier Carlo Padoan ed io siamo di opinione diversa" ha aggiunto Weidmann

"Egli ritiene – ha spiegato – che 'la condivisione dei rischi e delle responsabilità rappresentino forti incentivi a rispettare le regole e a prevenire comportamenti opportunistici'. Su questo punto io non sarei tanto ottimista. Per la condivisione dei rischi e delle responsabilità prendiamo l'esempio dell'assicurazione per una bicicletta. Sostenendo la spesa dell'assicurazione si dovrebbe essere maggiormente indotti a parcheggiare la bicicletta sempre in cantina per prevenirne il furto. Di conseguenza diminuirebbero i furti di biciclette e i premi assicurativi diverrebbero sempre meno alti. Avviene tuttavia il contrario".

 

UNIONE FISCALE.  "Matteo Renzi l'anno scorso in occasione della presentazione del bilancio italiano ha dichiarato che la politica fiscale italiana viene fatta in Italia e che l'Italia non permette che essa venga dettata dai burocrati di Bruxelles. In un'unione fiscale questo cambierebbe. Uno Stato membro dovrà adempiere alle richieste di una autorità fiscale europea" ha precisato il presidente della Bundesbank.

"In modo analogo – ha aggiunto – nel caso di una assicurazione europea di disoccupazione deve essere un'istituzione europea a controllare le regole del mercato del lavoro. Di conseguenza un'unione fiscale europea sarebbe il passo più grande nel processo di integrazione dall'introduzione dell'euro a oggi. Senza ampie modifiche ai Trattati europei e i referendum negli Stati membri ciò non sarebbe raggiungibile. Ciò vale sia per un ministero delle finanze comune per l'area dell'euro dotato del proprio budget sia per un sistema che permetta interventi regolamentati nei bilanci nazionali. A mio avviso si tratta di ostacoli enormi. Al momento non vedo la volontà di superare questi limiti, né in Italia, né in Germania, né in altri Paesi".
 

 

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