Roma, 13 gen. (LaPresse) – L’addizionale Ires a carico degli operatori del settore energetico, la cosiddetta ‘Robin Hood Tax’, potrebbe essere stata traslata in bolletta, misura vietata dalla legge, da 53 operatori nel 2011 (su 401 vigilati), per un carico complessivo di 192 milioni di euro, e da 51 nel 2012 (su 387). E’ quanto emerge dalla relazione al Parlamento dell’Autorità dell’energia, che riguarda appunto il biennio 2011-2012. Per quanto riguarda il 2015, sottolinea l’Authority, “le singole posizioni saranno ulteriormente approfondite”. I soggetti individuati sono quelli che hanno fornito “motivazioni non sufficienti ad escludere una possibile traslazione”.
L’Autorità sottolinea di non aver però avviato procedimenti individuali “a causa dell’incertezza legata all’assenza di pronunce definitive del Giudice amministrativo che ha rinviato sine die la decisione sulla correttezza della metodologia di analisi adottata in precedenti simili provvedimenti”. Inoltre nel 2013 infatti è stata ampliata la platea degli operatori soggetti all’addizionale Ires, per i quali permane l’obbligo di osservanza del divieto di traslazione, stabilendo tuttavia che la vigilanza, a partire dall’esercizio 2013, si rivolga alle sole imprese con fatturato superiore a 482 milioni di euro (61 soggetti in base alle prime verifiche dell’Autorità) e siano avviati accertamenti nei confronti di un campione di queste, fissato dall’Autorità in misura non superiore al 20%.
Fino all’esercizio 2012 la puntuale vigilanza dell’Autorità ha riguardato tutti i soggetti interessati alla maggiore imposta (circa 450 operatori per esercizio), che hanno versato 4,9 miliardi di euro tra il 2008 e il 2012. L’anno scorso l’Authority, insieme con la guardia di finanza, ha recuperato con l’attività di vigilanza una maggiore imposta per l’Erario pari a circa 600 mila euro, che si sommano agli oltre 6 milioni recuperati negli anni precedenti.
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