Napoli, 24 ott. (LaPresse) – Il Jobs act, la cancellazione della componente lavoro dell’Irap e l’abbattimento della contribuzione sui nuovi assunti per tre anni sono misure “che abbiamo chiesto per molto tempo e che sono fondamentali”. Così il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, Marco Gay, intervenendo al XXIX convegno di Capri per Napoli. “E’ per misure come queste che incoraggiamo il Governo ad andare avanti con forza ed energia per scalare insieme quelle montagne innalzate dal crollo della domanda e degli ordinativi”, ha aggiunto Gay.
“Oggi, che stiamo rimettendo mano al mercato del lavoro, alla flessibilità in entrata e in uscita, dobbiamo tenerne conto, abbandonando le posizioni ideologiche e concentrandoci sulle dinamiche che possono incidere sulla crescita”, ha precisato, aggiungendo poi: “C’è un Paese da cambiare. Da ricostruire. C’è disponibilità a lavorare insieme alle istituzioni per ricostruire l’Italia”. “Noi abbiamo in mente un Paese diverso, nuovo. Non siamo quelli dello status quo, delle rendite di posizione”, ha detto ancora. “I comitato del no a prescindere sono un limite per il nostro Paese”, ha aggiunto Gay. “Auguriamoci almeno di vedere nascere altrettanti comitati del sì, dei tanti che vogliono soddisfare l’ambizione di veder crescere le loro aziende e con queste il loro Paese”, ha sottolineato il presidente dei giovani industriali di Confindustria.
“La macchina meravigliosa che è l’Italia deve e può correre – ha detto infine -, ma ha bisogno, oggi, di un volante saldo con cui guidare sicura, per sfruttare appieno le sue possibilità: insomma di un metodo che non può prescindere dall’industria e dalla capacità imprenditoriale italiana”.
Sulla vicenda Ast di Terni, ha precisato, “in ballo ci sono non soltatno i 537 lavoratori oggi in mobilità, ma 2,4 miliardi di fatturato, 1.500 aziende che ruotano attorno alla lavorazione, 20mila persone il cui reddito dipende dalle acciaierie”. “In ballo – ha sottolineato Gay – c’è qualcosa di più grande: il ridimensionamento dell’Italia come polo siderurgico. Un ridimensionamento irreversibile, la dispersione di un know how che il mondo ci invidia”.
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