Amsterdam (Olanda), 11 giu. (LaPresse/AP) – Gli uffici antitrust della Commissione Ue hanno aperto un’indagine per chiarire se il regime applicato da Irlanda, Olanda e Lussemburgo rispettivamente ad Apple, Starbucks e Fiat Finance and Trade sia nell’ambito delle norme europee sugli aiuti di Stato. Le tre multinazionali hanno accordi con le autorità fiscali dei tre Paesi per ridurre l’imposizione fiscale. Il commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha sottolineato che nonostante questo tipo di accordi siano in linea teorica permessi, è necessario verificare se costituiscano un vantaggio improprio e un danno ai concorrenti.

“Nel contesto attuale di ristrettezza dei bilanci pubblici – ha dichiarato Almunia – è particolarmente importante che le grandi multinazionali paghino la loro giusta quota di tasse”. La Commissione dà la possibilità ai Paesi e alle autorità coinvolte di rispondere alle obiezioni avanzate da Bruxelles. Almunia ha criticato la pianificazione fiscale “aggressiva” delle multinazionali, che erode la base di imponibile nei vari Paesi, e ha sottolineato che l’indagine aperta dalla Commissione sarà l’occasione per uno sguardo più ampio sugli accordi in vigore in tutta l’Ue. “Perché solo tre società oggi? Perché stiamo solo iniziando”, ha risposto il commissario in conferenza stampa a Bruxelles, annunciando che gli uffici antitrust stanno già esaminando gli accordi fiscali in vigore in Belgio. L’Irlanda si è affrettata a rispondere ai rilievi della Commissione, dichiarando in una nota di essere “sicura” che “non c’è stata alcuna violazione delle regole sugli aiuti di Stato e per questo ci difenderemo sotto tutti gli aspetti vigorosamente”.

Almunia ha voluto chiarire che a finire sotto la lente dell’antitrust non sono i regimi fiscali dei singoli Paesi, ma alcune pratiche come il ‘transfer pricing’, che permette a un’azienda di caricare parte dell’imponibile delle sue operazioni su beni o servizi da uno Stato a un altro, al fine di spostare i profitti a seconda della convenienza. Per il commissario questo meccanismo è ammesso soltanto se i prezzi che una società addebita alle sue controllate sono conformi ai tassi stabiliti dal mercato.

FIAT: NESSUN TRATTAMENTO DI FAVORE. Fiat Finance and Trade è “convinta della legittimità” del processo di tax ruling in Lussemburgo, si legge in una nota diffusa da Fiat-Chrysler. La finanziaria del gruppo, recita il comunicato, “è sorpresa” dall’apertura dell’inchiesta “in merito ad un tax ruling emesso nel 2012 dalle autorità fiscali del Lussemburgo a richiesta della società sul calcolo della base imponibile delle sue attività di finanziamento, sull’assunto che tale tax ruling potrebbe aver condotto ad un trattamento fiscale di maggior favore per la società”.

Secondo Fiat Finance “i tax ruling sono una normale pratica diretta a chiarire in anticipo il trattamento di questioni fiscali internazionali ed è del tutto normale che le società si attivino per ottenere chiarimenti ufficiali prima di intraprendere operazioni complesse”. Inoltre, spiega la nota, la società “non ha alcuna ragione di ritenere che qualsivoglia trattamento di maggior favore fosse contemplato dalle Autorità fiscali del Lussemburgo nell’emettere tale tax ruling, poiché nei fatti non ha mai ricevuto un simile trattamento”. Fiat Finance and Trade, si legge ancora, “non ha chiesto il ruling in connessione con alcuna esenzione o facilitazione fiscale” e per questo “è fermamente convinta che ogni esame da parte delle Autorità della questione condurrà alla conferma della legittimità dei fatti che precedono e del tax ruling a suo tempo emesso”.

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