Washington (Usa), 8 apr. (LaPresse) – Il Pil dell’Italia crescerà dello 0,6% nel 2014 e dell’1,1% nel 2015. Lo stima il Fondo monetario internazionale nell’aggiornamento del suo World Economic Outlook, mantenendo invariate le previsioni rilasciate in gennaio. Nel 2013, evidenzia il Fondo, il Pil dell’Italia si è contratto dell’1,9%. La stima sul Pil 2014 è in linea con quella della Commissione europea, mentre, stando alle anticipazioni, il governo dovrebbe indicarla nel Def al +0,8%. Stando alle previsione sul Pil del Fmi, l’Italia si posiziona sotto la Grecia. Gli economisti di Washington vedono infatti per Atene una crescita del Pil dello 0,6% nel 2014, ma pure un rimbalzo del 2,9% nel 2015. Fa meglio anche il Portogallo, la cui crescita è vista rispettivamente all’1,2% e all’1,5% nei prossimi due anni.

“CON SOSTEGNO A CREDITO PIL ITALIA +2%”. “Ulteriori azioni politiche a sostegno del credito in Francia, Irlanda, Italia e Spagna potrebbero far salire il Pil del 2% o più”, scrive il Fondo nel Weo. “Tuttavia – precisa il rapporto – queste misure non possono essere trattate come pura fornitura di credito alle banche in difficoltà”. Per Thomas Helbling, economista del Fmi, la ripresa in Italia ha accelerato ma il governo deve proseguire con le riforme, soprattutto quella del mercato del lavoro e della giustizia civile. Però la “bassa crescita potenziale” dell’Italia “resta una preoccupazione” per questo servono ulteriori “riforme strutturali”.

“PICCO DISOCCUPAZIONE ITALIA NEL 2014”. Per il Fmi in Italia la disoccupazione calerà sotto il 12% solo nel 2015. Secondo gli economisti di Washington il tasso toccherà un picco al 12,4% nel 2014, dal 12,2% dello scorso anno, per poi calare all’11,9% l’anno prossimo.

“EUROZONA A RISCHIO STAGNAZIONE”. Nelle economie dell’area dell’euro “la crescita dovrebbe rimanere debole e fragile per l’elevato debito e la frammentazione finanziaria che limitano la domanda interna”, soprattutto nelle economie “sotto stress”. Lo scrive il Fondo monetario internazionale nell’aggiornamento del suo World Economic Outlook, prevedendo per l’eurozona un incremento del Pil dell’1,2% nel 2014 e dell’1,5% nel 2015. Le stime sono state tuttavia riviste entrambe al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni rilasciata a gennaio. Per il Weo “nelle economie avanzate i rischi al ribasso arrivano principalmente per la bassa inflazione e la possibilità di stagnazione prolungata, soprattutto nella zona dell’euro e in Giappone”. Il Fmi spiega ancora che “la ristrutturazione dei bilanci bancari e il completamento dell’unione bancaria sono fondamentali per ripristinare la fiducia e il credito nell’area euro”.

“BCE AGISCA CONTRO DEFLAZIONE”. “Nell’eurozona è necessario un maggiore allentamento monetario, compreso l’utilizzo di misure non convenzionali, per sostenere l’attività economica e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di stabilità dei prezzi della Bce, riducendo in questo modo i rischi di deflazione”, scrive il Fmi.

“CRESCITA GLOBALE SI RAFFORZA”. La crescita globale si è “rafforzata” nel secondo semestre del 2013 e “si prevede che migliori ulteriormente nel biennio 2014-2015”, scrive il Fmi nell’aggiornamento del World Economic Outlook, che vede il Pil mondiale 2014 al +3,6% e quello 2015 al +3,9%. Le stime sono state tuttavia riviste al ribasso entrambe di 0,1 punti percentuali, rispetto a gennaio, per il rallentamento delle economie emergenti. “L’impulso alla crescita – precisa il Fmi – viene soprattutto dalle economie avanzate, anche se i loro recuperi restano irregolari”. Il dato di quest’anno rappresenta un’accelerazione rispetto al 2013, quando la crescita mondiale è stata pari al 3%. Il Fondo vede per gli Stati Uniti un Pil al +2,8% nel 2014 e al +3% nel 2015 (previsioni invariate rispetto a gennaio) , una crescita rispettivamente dell’1,4% e dell’1% in Giappone (-0,3, invariata) e in Cina del 7,5% e del 7,3% (invariate). Gli economisti di Washington mettono invece le ali all’economia della Gran Bretagna, rivedendo in netto rialzo al +2,9% e al +2,5% le previsioni sul Pil per il 2014 e il 2015, che mostrano ritocchi al rialzo rispettivi di 0,4 e 0,3 punti percentuali rispetto a gennaio.

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