Milano, 20 feb. (LaPresse) – Sarà probabilmente il professore bocconiano Guido Tabellini a sedere negli uffici di via XX Settembre. Il premier incaricato Matteo Renzi è pronto ad affidarsi a lui per la casella più difficile, quella di ministro dell’Economia. Tabellini, 58 anni, dal 1994 è titolare di una cattedra di economia politica alla Bocconi, sponsorizzata da Intesa Sanpaolo, ed è stato rettore dell’Università milanese da novembre 2008 a ottobre 2012. Laureato a Torino, sua città natale, ha conseguito un PhD negli Stati Uniti, alla Ucla. Prima di rientrare in Europa ha insegnato a Stanford e alla stessa Ucla.

Nonostante l’estrazione bocconiana richiami alla mente l’ex premier Mario Monti, che è stato a sua volta rettore e poi presidente prima di sbarcare a palazzo Chigi, Tabellini sembra avere idee diverse sulla politica economica. Rispondendo al premio Nobel statunitense Paul Krugman, che aveva accusato la Bocconi di essere la “culla dell’austerità”, l’ex rettore aveva detto: “Penso sia una sciocchezza, c’è chi la pensa in modo diverso”. Tabellini può essere l’uomo giusto per aiutare Renzi a spingere a Bruxelles per una maggiore flessibilità sul limite del deficit al 3% del Pil. Ma il suo nome fa discutere anche per la ‘vicinanza’ all’imprenditore ed editore de ‘La Repubblica’, Carlo De Benedetti. L’ex ministro Fabrizio Barca, indicato insistentemente proprio come possibile responsabile dell’Economia, cadendo nel tranello di uno scherzo telefonico con un finto Nichi Vendola, ha parlato di “sarabanda del patron della Repubblica” per indirizzare la scelta di Renzi su via XX Settembre. E Tabellini siede nel consiglio di amministrazione di Cir, la holding della famiglia De Benedetti nella quale l’ingegner Carlo ha da poco lasciato la presidenza al figlio Rodolfo.

Il probabile neo ministro dell’Economia è stato oggetto di critiche anche perché, per alcuni, avrebbe sottovalutato la crisi economica dopo il suo deflagrare. All’epoca, sul Sole 24 Ore, il professore bocconiano sui generis parlò di “incidente temporaneo” che sarebbe stato “presto riassorbito”, attribuendo le cause della crisi a “specifici problemi tecnici riguardanti il funzionamento e la regolamentazione dei mercati finanziari”. Tabellini si è inoltre distinto per critiche al governo Letta molto simili a quelle che hanno portato Renzi ad accelerare la staffetta. Per il professore sull’azione di Letta pesava un “rassegnato immobilismo” di fronte a riforme “non difficili da realizzare”. Tabellini ne ha avute anche per Monti, il cui governo “non è riuscito a fare la riforma del lavoro”. Le idee del possibile nuovo inquilino di via XX Settembre sono molto simili a quelle circolate per il cosiddetto ‘Jobs Act’ di Renzi. Tabellini guarda con favore a un contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti nel tempo ed è contrario al reintegro per i dipendenti licenziati, che sarebbero risarciti invece da un indennizzo economico. Al posto della cassa in deroga il nuovo ministro vedrebbe bene un sussidio di disoccupazione da finanziare con i fondi della cassa integrazione e con quelli dei corsi di formazione gestiti dai sindacati. Tabellini è, inoltre, per maggiori tasse sulle pensioni assegnate con il calcolo retributivo e per il cuneo fiscale propone un taglio degli oneri sociali di 20 miliardi, da coprire in un primo tempo con la riduzione dei trasferimenti alle imprese e con un aumento del deficit, e in un secondo momento con una riduzione strutturale della spesa pensionistica.

Una nomina all’Economia sarebbe il suo debutto in politica, ma il curriculum accademico di Tabellini è di tutto rispetto. Oltre agli incarichi già citati, l’economista è membro onorario esterno dell’American Academy of Arts and Sciences, membro della Econometric Society e del Canadian Institute for Advanced Research ed è stato presidente della European Economic Association. L’ex rettore della Bocconi è considerato inoltre uno degli studiosi italiani di macroeconomia ed economia monetaria più importanti al mondo ed è stato insignito del premio ‘Yrjo Jahnsson’ dalla European Economic Association. I suoi contributi più importanti sono nel campo della politica economica, soprattutto nell’analisi del rapporto fra istituzioni politiche e crescita economica. Sua la frase “i neoclassici vivono in un laboratorio”. Molte delle sue ricerche sono riassunte in due libri scritti con l’economista svedese, Torsten Persson. Dal 2002 al 2008 Tabellini ha infince diretto l’istituto di ricerca bocconiano IGIER.

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